Sabato, 1 Ottobre 2005 Notizie

Eccoli riapparire: sono i tanti trasformisti, parassiti della politica, lobbisti e clubbisti

Crollato il centrodestra ora cercano di salire in anticipo sul carro dei futuri vincitori

"Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi": è sintetizzata in questa frase di Tancredi tutta l'ideologia politica di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Una frase divenuta emblema di un'epoca, la Sicilia del 1860, ma quanto mai attuale. Basta guardarsi intorno. Quanta saggezza ne "Il Gattopardo", epopea del difficile periodo di transizione che prepara l'Italia unita, ma anche disillusa cronaca di una trasformazione che non esiste se non nelle speranze della povera gente. E' sempre Tancredi ad affermare "Senza vento l'aria sarebbe stata uno stagno putrido, ma anche le ventate risanatrici trascinavano con sé tante porcherie", e don Fabrizio a profetizzare: "e dopo sarà diverso, ma peggiore". Come a dire che, ogni qualvolta tiri aria di cambiamento, basta organizzarsi per tempo. Devono aver fatto tesoro di questi insegnamenti i tanti trasformisti, parassiti della politica, lobbisti e clubbisti, che non appena crollata la Giunta regionale di centrodestra non hanno perso tempo e subito si sono tuffati dall'altra parte per consolidare posizioni che lo stesso centrodestra aveva loro permesso di raggiungere. Strani soggetti i lobbisti, clubbisti, venditori di parole da far concorrenza ai piazzisti più esperti, ascesi al potere per schiatta o per fortuna, comunque raccomandati, sono convinti che la sorte sia in debito con loro e perseguono la strada del successo personale mietendo vittime. Si sa, c'è sempre un prezzo da pagare ed è bene che siano gli altri a saldare il conto. I lobbisti, clubbisti li incontri dappertutto. Presenzialisti, non perdono occasione di dispensare "perle di saggezza", si presentano come grandi lavoratori, non di rado si danno al volontariato ma solo se il tornaconto è assicurato, si autoincensano e amano circondarsi di collaboratori "stuoini" che affabulano con il loro continuo dire e affascinano con il loro fare, peccato che, al dunque, si rivelino inconsistenti. Aspirano a posti di comando e sovente li raggiungono, per schiatta e per fortuna, comunque per raccomandazione. Di certo, nella loro vita non hanno mai fatto fede delle parole del Cardinale Richelieu: "Bisogna ascoltare molto e parlare poco per governare bene uno Stato". Del resto, occupati come sono ad ascoltare loro stessi e i collaboratori "stuoini" che fanno da eco alle loro stesse parole potrebbero mai aver tempo di ascoltare gli altri? Per loro Shakespeare è quello di "Giulietta e Romeo" e non l'acuto osservatore del genere umano e delle sue miserie tanto da asserire che "Chi si compiace di essere adulato è degno dell'adulatore". Questi lobbisti, clubbisti si riuniscono in gruppi di autostima perché, vuoi o non vuoi, il pericolo di incontrare l'"insignificante" di turno ma con un po' di sale in zucca, quello che noi definiremmo una persona equilibrata, è sempre dietro l'angolo. Amano il denaro più della loro stessa madre e, spesso, mantengono le tasche cucite, su "consiglio del sarto" amano dire, ma, in verità, lo fanno per evitare di tirare fuori il portafoglio. Non amano il lavoro, sono di rappresentanza loro e, spesso sfruttano il lavoro e l'intelligenza degli altri per raccoglierne i frutti ma non lesinano critiche e tentano di sconfessare persino Nietzche che asseriva una verità inconfutabile: Una cosa buona non ci piace se non ne siamo all'altezza". Spine nel fianco della società, sono ricettacolo di immoralità e sporcizie umane. Summa di schifezze custodite in involucri piacevoli tanto che "Il ritratto di Dorian Gray" Oscar Wilde deve averlo scritto ispirandosi a queste orrende creature. Ebbene, in questi tempi, in attesa delle imminenti consultazioni politiche e delle prossime amministrative, approfittando dell'azione di "rinnovamento" promossa dal centrosinistra, le creature sono tornate attive più che mai. Cambiata casacca nello spazio di una notte, sono tornate a frequentare le segreterie politiche e a consumare i corridoi degli assessorati, a fare chiacchiere e a fare quello che meglio sanno fare: vendere se stessi. C'è chi aspira ai vertici di un ente, chi si accontenterebbe di un posto in un consiglio d'Amministrazione e c'è persino l'esperto di medicina parlata ma che un paziente non l'ha mai visto neanche in fotografia, il quale fallita la scalata all'ente per ovvie ragioni di incompatibilità, vorrebbe ancora di più. E c'è da chiedersi, ancora una volta, a danno di chi. I lobbisti, clubbisti costituiscono il vero pericolo per noi, gente comune ma orgogliosa di esserlo, che ogni mattina siamo costretti ad accorciarci le maniche ma lo facciamo con rispetto degli altri e di noi stessi. Altro che Bin Laden, anzi c'è da domandarsi se "La rete", quella vera, non sia proprio quella degli insospettabili e ben vestiti "leccaculo" (perdonate la licenza) di casa nostra.