A Lanciano la minoranza consiliare chiede monitoraggi strategici sull'area del Corso

Sabato, 23 Novembre 2024 Vastese

Conferenza stampa del consigliere Giacinto Verna (Azione) con il professor Sciarra dell'università d'Annunzio e il geologo Carabba

Non fermare il monitoraggio su corso Trento e Trieste e attivare una cabina di regia che coordini tutti i prossimi interventi sul dissesto idraulico ed idrogeologico a Lanciano. È quanto chiede l'opposizione consiliare che ieri mattina, 22 novembre, su iniziativa del consigliere di Azione, Giacinto Verna, ha tenuto una conferenza stampa con il professore Nicola Sciarra, ordinario di Geologia applicata presso il Dipartimento di Scienze psicologiche, della salute e del territorio (Disputer) della “d'Annunzio”, e il geologo Luigi Carabba.

«Dopo tre anni dal suo insediamento, l'amministrazione comunale non ha un progetto esecutivo sul problema del dissesto idraulico ed idrogeologico di Lanciano. Anzi, decide di interrompere un monitoraggio strategico su corso Trento e Trieste, per iniziare delle nuove caratterizzazioni, delle nuove indagini geologiche, spendendo ulteriori soldi pubblici per studi e dati di cui eravamo già a conoscenza», afferma Verna in riferimento ai nuovi sondaggi avviati dall'amministrazione comunale in centro città.

«Guarda caso, quand'è che si trovano di colpo i soldi o si danno incarichi? - afferma Verna - Dopo che, questa estate, attraverso i media, è venuta fuori una criticità su via Del Ponte. Da lì si sono mosse le acque, ancora una volta si dimostra un'amministrazione “jukebox”, a chiamata. Sono io a non accettare lezioni da loro – puntualizza il consigliere di Azione in risposta alle dichiarazioni fatte dalla maggioranza di centrodestra nei giorni scorsi - Vengo alla questione della famosa zona rossa, tirata fuori dall'assessore in risposta ad un'interrogazione dell'opposizione che parlava di tutt'altro. Delle criticità di quell'area (piazza Memmo, Pietrosa, corso Trento e Trieste, Malvò), l'amministrazione Paolini è a conoscenza dal 2007, da una relazione del geologo Luigi Carabba, protocollata nel 2008, che già allora metteva in evidenza quelle criticità. La giunta di allora si trovava nella fase di redazione del Piano regolatore: perché non sono state dichiarate allora zone rosse, se era così strategico e fondamentale? Questo dimostra, ancora una volta, che sono loro a sottovalutare la questione».

«Dal crollo del 2018 io, che ero assessore ai lavori pubblici da pochi mesi, non ho nulla da rimproverarmi – afferma Verna – Ho preso immediatamente in mano la situazione, abbiamo dato incarichi a tecnici valenti e del posto che hanno messo in sicurezza degli immobili che rischiavano l'implosione, entrando anche in proprietà private. Abbiamo investito centinaia di migliaia di euro, ottenuto finanziamenti anche dalla Regione Abruzzo e con questi soldi, dopo aver messo in sicurezza, nel periodo 2019-2020 abbiamo fatto studi, analisi, carotaggi, analisi georadar. A dimostrazione della mia buona fede su questo tema per me fondamentale, l'incarico per uno studio che ci dicesse cos'è successo, perché e come intervenire, è stato dato ad un ente pubblico super partes, l'università d'Annunzio. Saremmo arrivati, nel giro di poco (la convenzione è dell'aprile 2020, la relazione finale è stata consegnata nel maggio 2021) a dare un incarico ulteriore ad un pool di tecnici per una progettualità esecutiva. Ma ci sono state le elezioni comunali e, democraticamente, non siamo stati confermati. L'amministrazione Paolini, invece, non ha fatto questi passaggi nel 2008 e non li ha fatti in questi tre anni. È così sicuro l'assessore Paolo Bomba che occorra aggiornare il Pai (piano di assetto idrogeologico)? Nell'area del centro c'è un problema di dissesto idraulico: quello che va aggiornato è il Piano stralcio difesa alluvioni (Psda). Non sanno nemmeno di cosa parlano».