Mercoledì, 5 Febbraio 2014 Abruzzo

Chiodi resiste: "È tutto in regola, anche la fattura dell'albergo di Roma"

"Sono qui come presidente della Regione e della sfera personale ho una considerazione particolare"

«Che si trattasse di due persone, e quindi che non ci sono stati raggiri, lo conferma la fattura». Così Gianni Chiodi sulla notte trascorsa in hotel a Roma con Letizia Marinelli, che due mesi dopo ottenne un incarico quadriennale alle Pari Opportunità regionali. Nulla di irregolare per il presidente della Regione Abruzzo perché «c'è scritto due persone così come si rileva dalla tassa di soggiorno». Il governatore fa il quadro della situazione in un'affollata conferenza stampa convocata a Pescara il giorno dopo l'interrogatorio davanti ai pm Giampiero Di Florio e Giuseppe Bellelli. Chiodi è sulla graticola: prima l’inchiesta sui presunti rimborsi irregolari in Regione, poi la notte trascorsa con la Marinelli nell’albergo romano a spese dell’ente e l’incarico alla Pari opportunità, e ancora il contratto a tempo determinato in un assessorato alla sorella dell’amante. Ma lancia un appello ai media, «sono certo di aver soddisfatto tutte le perplessità dei magistrati, ora restituitemi la dignità», e precisa di avere per la sfera personale «una considerazione particolare» e di essere in conferenza come presidente della Regione.

L’inchiesta sui rimborsi: “Accuse infamanti”. Così il governatore si concentra sull’inchiesta sui presunti indebiti rimborsi spesa per viaggi istituzionali. Indagine in cui oltre al governatore sono coinvolti il presidente del Consiglio, Nazario Pagano e 23 politici tra assessori e consiglieri con le accuse, a vario titolo, sono di peculato, truffa e falso ideologico. «Voglio dire agli abruzzesi che non c’è accusa più infamante di essere considerato una persona che fa la cresta sui rimborsi», dichiara Chiodi. «Non c’è. E quindi su questo punto spero di aver chiarito tutto e spero anche che di questa cosa la Procura possa tener conto».

Le accuse: “Mi contestano 29 mila euro di rimborsi”. Per il capo d'imputazione di peculato ed eventuale truffa l'ammontare al centro dell'inchiesta della Procura di Pescara per il governatore dell'Abruzzo, Gianni Chiodi, «è di 29 mila euro con una contestazione di 184 missioni di cui 164 a Roma e le altre in Italia e all'estero». Oltre alle missioni romane a Chiodi vengono contestate, tra le altre, quelle di Milano, Arezzo, Taormina, Parigi e Nizza. Chiodi ha spiegato che le contestazioni derivano dal fatto che le missioni vengono indicate «con una generica dicitura di incontro istituzionale. Una pratica consolidata da 20-30 anni». Il governatore ha inoltre sottolineato che le missioni all'estero e in Italia «sono state facilmente ricostruite», si sta procedendo con quelle di Roma «che al 99% sono relative a missioni istituzionali o di rappresentanza correlate alle mie quattro cariche», nei quattro anni oggetto dell'inchiesta (2009-2012).

La notte nella stanza 114: “Ecco la fattura”. Ma l’attenzione dell’opinione pubblica non è concentrata solo sull’inchiesta. Altrettanto interesse suscitano le vicende delle presunte amanti e dei favori fatti dopo i “love affair”. Fatti che probabilmente non hanno rilievo penale, ma che sollevano un problema sulla commistione tra pubblico e privato. A scatenare la polemica sull’opportunità è il rapporto tra Chiodi e Letizia Marinelli, l’ormai famosa “dama della stanza 114”, ossia la donna che il 15 marzo del 2011 dormì con Chiodi nell’hotel Del Sole di Roma. Una notte in cui il presidente commise quella che lui stesso ha definito una «debolezza». Fatto sta che Letizia due mesi dopo ottenne un incarico quadriennale alle Pari Opportunità regionali. Fatti che fanno discutere, ma che il presidente liquida come personali. E aggiunge: «Che si trattasse di due persone, e quindi che non ci sono stati raggiri, lo conferma la fattura: c'è scritto due persone così come si rileva dalla tassa di soggiorno».

La “dama” e la sorella: “Nessun favoritismo”. Sul fatto che due mesi dopo Letizia Marinelli abbia ottenuto un incarico quadriennale alle Pari opportunità regionali e che la sorella Simonetta sia stata assunta a chiamata in Regione per un incarico a tempo determinato, Chiodi conferma la linea difensiva dei primi momenti: «Da parte mia nessuna influenza che potesse determinare un favoritismo». E aggiunge: «Questo lo accerterà la Procura».

L'assessore: “Incarico legittimo”. Sull'assunzione di Simonetta Marinelli in Regione è intervenuta ieri l’assessore regionale Roberta Carpineta, che ha materialmente assunto la sorella dell’amante del presidente e che è anche lei al centro di polemiche perché secondo il marito, in odore di divorzio, sarebbe “un’amica molto particolare del presidente Chiodi”. «Ogni assessore ha una segreteria politica a supporto delle attività, ed è di conseguenza possibile avere persone assunte a chiamata diretta», ha detto la Carpineta. «Io mi sono attenuta a questa prassi. Stiamo parlando di un’assunzione a carattere fiduciario. La signora Simonetta è stata inserita perché persona di fiducia. Si tratta di una scelta legittima dal punto di vista legale e aggiungerei, per anticipare la domanda conseguente, corretta anche dal punto di vista dell’opportunità».

La sorella della Marinelli: “Non ho nulla da dire”. Il Centro ha sentito anche Simonetta Marinelli. La nuova donna del caso Chiodi ha preferito non commentare la vicenda. "Non ho nulla da spiegare", ha detto a un nostro cronista.