Ora sull'inchiesta Soget c'è il primo parere interlocutorio di un giudice. Si tratta dell'ordinanza che rigetta il ricorso della difesa dell'indagato Gaetano Monaco, legale rappresentante della società sotto inchiesta, contro il sequestro operato dal pubblico ministero Gennaro Varone.
L'indagine è ormai quella ben nota sui crediti inesigibili da parte del Comune che si sono trasformati in 36 milioni di euro da coprire con tasse, tutte a carico dei cittadini pescaresi.
La procura di Pescara sta cercando di capire quali siano stati i criteri per comporre la lunga lista dei crediti derivanti da imposte e ammende che non saranno pagate dai legittimi debitori.
Il primo nome eccellente ad emergere nell'inchiesta della Forestale e Squadra Mobile è stato quello di Lorenzo Sospiri, ex consigliere comunale di Pescara ed oggi consigliere regionale di Forza Italia, che ha accumulato oltre 10.000 euro di debiti derivanti da multe automobilistiche per i quali la Soget ha richiesto due pignoramenti dello stipendio del consigliere regionale per poi revocare la procedura ed iscrivere parte dei crediti del politico in quei 36 milioni di euro a carico dei cittadini pescaresi.
Gli avvocati difensori della responsabile della Soget, Gianfranco Iadecola e Sergio Della Rocca, hanno però contestato con un ricorso i sequestri operati il 24 febbraio scorso, quei sequestri che hanno permesso alla procura di Pescara di conoscere una serie di documenti cartacei e informatici utili alle indagini.
I giudici del riesame (Zaccagnini, Villani, De Cesare) nel valutare le memorie difensive e quelle del pubblico ministero hanno fissato nella loro ordinanza alcuni fatti che riguardano questa nuova inchiesta che potrebbe far tremare il mondo politico.
«Deve ritenersi allo Stato», scrivono i giudici, «la sussistenza di indizi della commissione da parte dell'indagato quale rappresentante della Soget, concessionario di riscossione dei tributi del Comune di Pescara, del reato contestato di truffa. Difatti, all'esito delle verifiche investigative preliminari è risultato che il contribuente Sospiri Lorenzo, componente del consiglio regionale dell'Abruzzo, debitore della complessiva somma di 13.404,88 euro per omesso pagamento di sanzioni del codice della strada, comunali, tasse automobilistiche è stato destinatario il 21 novembre 2013 ed il 29 maggio 2014 di due pignoramenti degli emolumenti dovuti per la carica rivestita, fondati su 12 cartelle esattoriali inevase, eseguiti presso la Regione Abruzzo, cui la Soget, ha rinunciato».
Poco dopo sempre Sospiri, in data 19 giugno 2014, è stato inserito per due cartelle esattoriali nell'elenco dei crediti tributari inesigibili per «irreperibilità del contribuente a seguito di vani tentativi di notifica di avvisi di accertamento presso l'indirizzo di via Monti Simbruini di Pescara, sua residenza anagrafica, con conseguente inserimento delle relative spese di riscossione tra quelle da rimborsare al concessionario».
«È stato beneficiario, infine, il 19 febbraio 2015», scrivono i giudici del riesame, «asseritamente a seguito di istanza del 4 dicembre 2014 di autorizzazione alla rateizzazione dei pagamenti dei tributi stessi. Dalle indagini preliminari svolte inoltre è emerso che non è presente agli atti della Soget alcuna istanza di rateizzazione da parte di Sospiri datata 4 dicembre 2014 e che delle 12 cartelle esattoriali solo cinque erano state notificate oltre un anno prima dell'esecuzione di pignoramenti».
E visto che così stanno le cose per i giudici tali condotte «integrano allo Stato indizi del reato contestato di truffa quantomeno nella forma del tentativo, sia sotto il profilo dell'illecito ottenimento da parte della Soget dei rimborsi sopra richiamati, sia sotto quello dell'illecita agevolazione in favore di Sospiri a sottrarsi al pagamento dei tributi dovuti».
Insomma il teorema accusatorio della procura, al momento tutto da provare, sembrerebbe reggere e questo vuol dire che almeno in un caso la Soget ha fatto un vero pasticcio pur di non far pagare quanto dovuto dal politico. Il fatto grave è che non pare un caso isolato e che questo presunto “sistema” ha contribuito ad aumentare i debiti a carico del Comune che ha aumentato ed aumenterà le tasse.
Un modo alquanto ingegnoso per far pagare multe, imposte e tasse di alcuni potenti ai cittadini.
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LA RATEIZZAZIONE
Ma i giudici non sembrano lesinare spiegazioni e aggiungono che la rinuncia ai pignoramenti eseguiti contro Sospiri e nei confronti del terzo pignorato Regione Abruzzo appare «del tutto immotivata» ed il contribuente è stato ammesso alla rateizzazione «simulando l'esistenza di una sua richiesta in tal senso in realtà inesistente». Persino la rateizzazione, peraltro, «appare illegittimamente concessa essendo possibile in ipotesi di temporanea situazione di obiettiva difficoltà del contribuente, assai difficilmente configurabile nel caso di un consigliere regionale in carica, notoriamente destinatario di rilevanti emolumenti connessi alla carica».
«Illegittima» appare allo stato –scrivono sempre i giudici- la procedura di notifica e di “irreperibilità” oltre che il suo inserimento tra i crediti inesigibili.
I giudici infatti ricordano che dopo «l’asserita notifica» e conseguente «asserita irreperibilità» di Sospiri all’indirizzo a lui riconducibile la Soget avrebbe dovuto depositare gli atti in Comune per perfezionare la notifica, cosa che non è stata fatta.
Inoltre i giudici fanno notare come in realtà ci sia più di una cosa strana nel decretare "irreperibile" l'allora duplice consigliere comunale regionale Lorenzo Sospiri; infatti la Soget era ben a conoscenza dove andare a trovare il politico tanto da notificargli i due pignoramenti proprio presso la Regione Abruzzo, salvo poi annullare lo stesso pignoramento e rinunciare per sempre alla riscossione di quel credito.
Ciò posto-dicono i giudici- l'ipotesi investigativa formulata dal pubblico ministero è assolutamente plausibile.
A questa storia deve aggiungersi che se ufficialmente la Soget nelle carte dichiara "irreperibile" Lorenzo Sospiri dall'altra è pur vero che quest'ultimo ha intrecciato numerosi rapporti e colloqui con il vertice della società di riscossione, Monaco, nel cui ufficio personale, tra l'altro, è stata ritrovata proprio la documentazione relativa ai debiti di Sospiri.
Se non si trattasse di cose molto serie potrebbe essere tema di storielle.
Alessandro Biancardi
Da PrimaDaNoi.it