Sabato, 25 Febbraio 2023 AbruzzoOmicidio appuntato D'Alfonso, si riapre il casoL'ex capo delle BR Renato Curcio interrogato dalla ProcureÈ tornato davanti ai magistrati Renato Curcio, l’ideologo delle Brigate Rosse, da anni fuori dal carcere e nella nuova vita da editore della cooperativa editoriale e sociale “Sensibili alle foglie”. È stato interrogato da due procure, Roma e Torino, perché indagato per il concorso in omicidio del carabiniere abruzzese Giovanni D’Alfonso, ucciso durante il blitz che ha portato alla liberazione di Vittorio Vallarino Gancia, il 5 giugno 1975 vicino ad Acqui Terme. Appuntato dell’Arma, D’Alfonso, 45 anni, padre di tre bambini, è morto in ospedale pochi giorni dopo il ferimento. È stato insignito della medaglia d’argento al Valor Militare “alla memoria” e della Medaglia d’oro di vittima del terrorismo. Gli è stata intitolata la caserma della Stazione dei Carabinieri di San Valentino in Abruzzo Citeriore. L’ex brigatista è stato ascoltato dai magistrati che conducono nuove indagini dopo l’esposto presentato dal figlio della vittima, Bruno D’Alfonso, e dai suoi avvocati, Sergio Favretto e Nicola Brigida. La decisione è arrivata dopo la pubblicazione di alcuni libri sulla vicenda, compreso quello autobiografico scritto da Curcio che si chiama “A viso aperto”, e arrivato dopo aver scontato la pena di 21 anni di carcere. Racconta lui stesso di aver deciso e organizzato il rapimento proprio con Mario Moretti e Mara Cagol, moglie di Curcio, uccisa durante il conflitto a fuoco con i carabinieri, ma Curcio si è sempre chiamato fuori dall’azione operativa. L’industriale era stato rapito alle ore 15 del 4 giugno ed è stato un rapimento lampo. Già il giorno dopo i carabinieri erano sulle tracce dei terroristi. Ma in un saggio, viene collocato sulla scena Moretti insieme con Cagol. E secondo alcuni elementi raccolti sarebbe riuscito a fuggire. A conferma di questa tesi c’è una relazione scritta sul conflitto a fuoco, trovata a casa di Curcio a Milano quando è stato arrestato il 18 gennaio 1976, insieme con Nadia Mantovani. Le indagini riaperte dalla procura anti terrorismo di Torino, coordinata da Emidio Gatti, mirano comunque a far luce sull’identità del brigatista fuggito dalla cascina Spiotta dove Gancia è rimasto segregato per meno di 24 ore. L’indiziato numero 1 è Mario Moretti. È stato Enrico Fenzi, arrestato con lui nel 1981 dopo nove anni di latitanza, a parlare per la prima volta davanti alla Commissione parlamentare su Aldo Moro come del br scappato in maniera rocambolesca. |