Venerdì, 20 Settembre 2024 Abruzzo

Schael e Di Giosa negano attacchi alla Regione

Ma cresce lo socntento per le loro performance

“Nessun attacco” e “nessuna contestazione” alla Regione Abruzzo, ci mancherebbe. Una semplicemente valutazione di “un dato di fatto”.

Quasi all’unisono con due distinte note, il direttore generale della Asl di Teramo, Maurizio Di Giosia, che quello della Asl provinciale di Chieti Thomas Shael hanno contestato, questo sicuramente, quanto riferito da Abruzzoweb in merito ai rispettivi piani di rientro del debito sanitario che i due manager,  dovranno portare a termine in pochissimi mesi e con tantissimi incognite nella loro riuscita.

Il punto è che i manager, rinnovati dal centrodestra di Marco Marsilio, di Fdi, e dell’assessore alla Salute Nicoletta Verì ad agosto 2023, sono ora finiti sul banco degli imputati, assieme ai colleghi di Pescara, Vito Michitelli, e dell’Aquila, Ferdinando Romano, dopo che si è avuta contezza, solo dopo le elezioni di marzo rivinte dal centrodestra per un secondo storico mandato, del bubbone del deficit, che ha già ha costretto la Regione ad una manovra di risanamento da oltre 120 milioni, e ora a dicembre il conto rischia di essere ancor più salato, e con meno cartucce nella faretra.

Del resto i dg sono pagati per far quadrare i conti,  la responsabilità è anche e soprattutto la loro, se i conti quest’anno – lo dicono loro stessi nelle proiezioni -potrebbero arrivare a quasi 200 milioni di euro complessivi di deficit, se non ci saranno interventi correttivi, con il rischio di un nuovo commissariamento governativo, e l’aumento ai massimi delle aliquote fiscali.

E non è un caso che all’interno del consiglio regionale, la quasi totalità dei consiglieri, di maggioranza e opposizione, con in testa il presidente della commissione Sanità, Paolo Gatti di Fratelli d’Italia, hanno pronunciato la parola tabù: commissariamento, di diritto o anche di fatto, dei direttori generali, e comunque hanno invocato la necessità di un più ferreo controllo del loro operato. Segno di un forte calo di fiducia.

E intanto con un voto in aula sostenuto anche dalle opposizioni, il centrodestra, contro il parere dell’assessore Verì, ha ottenuto che i  pronunciamenti delle commissioni bilancio e sanità saranno d’ora in avanti “vincolanti” e non semplicemente “obbligatori”. E infatti da queste forche caudine dovranno ora passare i piani dei dg, che già al dipartimento Sanità, dove si è appena dimesso il direttore Claudio D’Amario, vengono considerati in molti passaggi di difficile realizzazione, soprattutto in tempi stretti.

Di fatto, una sorta di commissariamento e quindi un atto di implicita sfiducia nell’operato dei direttori generali ha rappresentato l’ipotesi che ora però sembra essere tramontata, di istituire una struttura di missione alle dirette dipendenze del presidente Marsilio, che pure pubblicamente ha difeso più volte i dg, e dell’assessore Veri’.

Proposta un po’ troppo “strong” perché oltre che a mettere la mordacchia e a marcare stretto e passo dopo passo i direttori generali, la struttura di missione di fatto commissariava anche il consiglio e dipartimento sanità. Oggi si parla di una semplice task force di dirigenti pronti ad affiancare l’assessore alla Salute.

Ecco perché dunque, si può ipotizzare, nel leggere articoli di giornale dove si scrive che i dg “accusano” la Regione,  i diretti interessanti sono sobbalzati dalla sedia, visto che si sentono già, a torto o a ragione, sotto assedio.

Nei piani rivisti e corretti rispetto a quello presentati a luglio, la Asl di Chieti si impegna a risparmiare 15.979.490 euro, per far scendere il deficit a 44.926.969 euro, rispetto ai 60.906.458 euro che si registrerebbero senza alcun intervento. Per la Asl di Teramo invece senza interventi  il deficit sarà a dicembre di 45.211.860 milioni, e dovrà tagliare le spese di 12.387.933 euro, per contenere il deficit a dicembre a “soli “32.823.926 euro.

Abruzzoweb si è dunque limitato, nell’analizzare  i due piani, semplicemente a riportare letteralmente quanto i due dg hanno scritto, e la semplificazione giornalistica nell’utilizzo dei termini “attacco” e “accuse”, può anche non piacere, ma di fatto i due manager mettono palesemente le mani avanti spiegando che più di tanto non possono fare.

Di Giosia ha ricordato che da una parte che la sua Asl teramana ha un conto da pagare per la mobilità passiva verso gli ospedali marchigiani contro cui, senza cliniche private, poco si può fare, e deve far fronte all’aumento della spesa del personale, ma solo per l’aver effettuato le tanto necessarie e auspicate assunzioni, deve subire l’incremento del costo dei farmaci e delle patologie croniche con l’invecchiamento della popolazione. Dall’altra parte, però di fatto, Regione Abruzzo continua, come fatto con la manovra correttiva di giugno per il debito del 2023, a “premiare” le Asl che hanno fatto più debiti, a discapito di quella teramana, che è stata la più virtuosa. Per di più garantendogli anche meno risorse per gli investimenti.

Schael a sua volta ha sottolineato con forza che la Asl provinciale di Chieti soffre di un disavanzo strutturale e non comprimibile che ammonta a circa euro 45.000.000 di euro, e ciò è da attribuire anche al fatto che la ripartizione del fondo regionale in base alla popolazione, non tiene conto della grande estensione della provincia chietina, in buona parte montuosa, come pure delle aree di disagio, dell’età media della popolazione, tutti fattori che incidono pesantemente sulla spesa sanitaria, se si vuole garantire un servizio di prossimità, come la legge stabilisce.

E da fonti interne alla Regione, risulta anche che le considerazioni contenute nel documenti, e qui brevemente riassunte, presentati da Shael e di Giosia ma anche dal direttore generale dell’Asl dell’Aquila, Ferdinando Romano, che però non ha preso posizione, hanno dato non poco fastidio. Perché se proprio non le vogliamo chiamare “accuse”, di fatto la responsabilità del debito viene scaricata sul contesto oggettivo, sulla non equa ripartizione delle risorse, sulla regia regionale, per assolvere preventivamente gli esecutori, ovvero gli stessi dg, che devono far quadrare i conti con risorse insufficienti. E c’è anche chi si chiede poi perchè, se i tendenziali del debito erano chiari e preoccupanti da tempo, solo ora si mette mano, su diktat della Regione, a piani di contenimento e risanamento.

 

LA NOTA DI SCHAEL

Nessun attacco alla Regione da parte della nostra Azienda. Abbiamo semplicemente valutato un dato di fatto e avanzato una richiesta differente.

Abbiamo chiesto criteri differenti nella ripartizione del Fondo sanitario – aggiunge – che tengano conto di alcune specificità non secondarie, come la composizione della popolazione e la relativa distribuzione sul territorio secondo la classificazione prevista dalla Strategia Nazionale Aree Interne, l’orografia e la distanza dei paesi dai principali luoghi di cura, la diffusione capillare di presidi sanitari su una estensione territoriale che in Abruzzo è al primo posto.

La nostra è un’Azienda complessa e articolata, e rappresentiamo un unicum in Abruzzo: abbiamo il maggior numero di Comuni classificati come ultra periferici, pari a 37; la popolazione over 65 è in crescita con valori di un punto sopra la media regionale, e nel 2023 ha toccato il 26.1%; ad eccezione dell’Area metropolitana, tutto il Sud della provincia  di Chieti è classificato periferico e ultraperiferico. Ancora: più della metà della popolazione delle Aree Interne  della Regione Abruzzo è residente da noi, con più di 241 mila unità pari al 52%del totale. Per tutte queste ragioni nel documento inviato alla Regione abbiamo solo chiesto di tener conto di queste caratteristiche all’atto dell’assegnazione dei fondi.

LA NOTA DI GIOSIA

“Nessun attacco né contestazione, né atto d’accusa nei confronti della Regione Abruzzo da parte mia e della Asl che dirigo. È un dato di fatto che la Regione ha ripianato i deficit di tutte le Asl. Ed è ovvio che chi ha conseguito maggiori perdite ha conseguito un maggior ripiano, quindi non è stato detto nulla di strano. Né è stato mai detto che si premia chi non risparmia.

Non possiamo non far rilevare che dal 2020 la quota del fondo sanitario regionale destinata alle singole Asl è stata perequata per la prima volta – aggiunge – Ricordo bene _ e voglio ricordarlo a chi non ha memoria _  quante sollecitazioni sono state inviate da questa Asl alle giunte regionali precedenti affinché ciò avvenisse, tutte cadute irrimediabilmente nel nulla”.

“Finalmente  la giunta Marsilio ha dato una risposta chiara e tangibile alle richieste della Asl di Teramo, riallineando le assegnazioni che in passato, per la nostra azienda, erano minori di oltre 30 milioni l’anno. E proprio grazie a questa perequazione la Asl di Teramo è stata in grado di puntare sull’innovazione tecnologica, con l’acquisto di grandi attrezzature _ una per tutte la Pet _ e anche di procedere alla messa a norma per l’antincendio e la manutenzione necessaria. Tutto questo, va ribadito, grazie ai maggiori fondi assegnatici dalla Regione.