Mercoledì, 25 Settembre 2024 Abruzzo

“SOLO 20 MLN”, “BARATRO”: GUERRA DI CIFRE IN COMMISSIONE

BUCO SANITA’, VENERDI’ A RAPPORTO I DIRETTORI GENERALI DELLE ASL

Opposizioni del campo largo e sindacati che evocano la catastrofe con un deficit sanitario fuori controllo, che potrebbe arrivare nel peggiore dei casi ai 200 milioni di euro. Il centrodestra che nonostante le divisioni interne, fa quadrato e offre uno scenario diametralmente opposto, assicurando che non c’è nulla di cui preoccuparsi perché alla fine della partita, facendo leva su varie risorse finanziarie e riserve, e senza la necessità di manovre aggiuntive, si arriverà alla soglia assolutamente rassicurante dei 20 milioni, uno zero in meno. A patto però che i quattro direttori generali delle Asl, che dovranno dare conto del loro operato venerdì prossimo, in tre mesi saranno capaci di contenere il debito su 128 milioni, riuscendo a risparmiare i 70 milioni circa promessi.

Questo in sintesi l’esito della riunione congiunta della quinta commissioni Salute, presieduta da Paolo Gatti, di Fdi, e della prima commissione Bilancio, di cui è presidente invece Vincenzo D’Incecco, della Lega, durata da questa mattina alle 11 fino al tardo pomeriggio, con una pausa però per la riunione dei capigruppo.

Ad essere auditi i sindacati di categoria, di tutte le sigle, e ad intervenire sono stati il vice direttore del dipartimento sanità della Regione, Ebron  D’Aristotile, che ha preso le veci di Claudio D’Amario, che si è dimesso il 17 settembre, dopo essere entrato in conflitto con la giunta e la maggioranza del centrodestra del riconfermato Marco Marsilio, di Fdi. Al fianco di D’Aristotile, l’assessore alla Salute, Nicoletta Verì, e il direttore dell’Agenzia sanitaria regionale  (Asr), Pierluigi Cosenza. Assente invece l’assessore al Bilancio, Mario Quaglieri, di Fdi, e all’opposizione che chiedeva lumi, nessuno dai banchi della maggioranza ha saputo rispondere.

Dopo l’audizione dei sindacati in mattinata, a parlare per la maggioranza è stato solo il capogruppo di Fdi, Massimo Verrecchia, che dando seguito alle cifre snocciolate da D’Aristotile, ha respinto al mittente come “bufala” l’allarmismo del centro-sinistra, in particolare da parte del capogruppo del Pd, Silvio Paolucci, ex assessore alla Sanità. E ha confermato ad Abruzzoweb all’uscita dalla riunione: “carte e dati alla mano si conferma quello che già avevo detto in un comunicato stampa dell’11 settembre. Ovvero che non ci sarà nessuna voragine. Al netto dei piani di rientro a cui sono chiamati i direttori generali, potremo poi utilizzare i fondi ancora disponibili della cassa sanitaria regionale per 37 milioni, e poi ci saranno 70 milioni di entrate proprie della sanità ed altre economie, determinando così una diminuzione del disavanzo ad appena 20 milioni di euro, altro che i 200 milioni paventati dall’opposizione”.

Verrecchia anche assicurato che “non ha fatto all’ordine del giorno l’ipotesi di commissariare i quattro direttori generali”.

Ma in realtà è proprio questa la tentazione che serpeggia da tempo nella maggioranza di centrodestra, che sempre meno si fida dei quattro dg rinnovati ad agosto 2023, dalla maggioranza di Marco Marsilio di Fratelli d’Italia, Thomas Shael a Chieti, Maurizio Di Giosia a Teramo, e contestualmente nominati, nel caso di Vero Michitelli alla Asl di Pescara, o prorogati a giugno per un altro anno, come Ferdinando Romano alla Asl aquilana.

Del resto sono propri dg a essere saliti sul banco degli imputati, per non aver saputo tenere i conti sotto controllo a tempo debito, costringendo a giugno il consiglio regionale ad una manovra correttiva di 122 milioni, visto che si sarebbero dovuti muovere già da inizio anno, quando il quadro del deficit del 2023, anche il tendenziale del 2024, tenuto ben nascosto in campagna elettorale, era però ben noto agli addetti ai lavori. E molto fastidio hanno dato anche le loro rimostranze sulla non equa e opportuna ripartizione della cassa comune da parte della Regione a favore delle proprie Asl, e della sottolineatura che parte importante del debito è strutturale ed incomprimibile con questo quadro finanziario, e se si vuole mantenere l’attuale livello del servizio sanitario.

Lo stesso Ebron D’Aristotile ha fatto notare che la spesa farmaceutica in Abruzzo è del 12% rispetto a quanto viene trasferito dallo Stato centrale, mentre la media italiana è del 8-9%.

E dunque, se questa da una parte è una buona notizia, perché significa che tagliare la spesa farmaceutica, una delle voci più pesanti in tutti e quattro i piani di rientro delle Asl, non corrisponderà al lasciare i pazienti senza medicine, dall’altra parte occorre chiedersi però, e qualcuno sia in maggioranza che all’opposizione lo ha fatto, come sia possibile che si sia speso così tanto per i farmaci, in una regione che non ha parametri anagrafici e in termini di patologie tali da giustificare questo divario.

Ma il confronto con i quattro dg, che si annuncia serrato, come detto si svolgerà venerdì prossimo nel secondo tempo della commissione congiunta. A chiedere che i 4 dg vengano auditi, è stato in particolare il presidente D’Incecco.

Va ricordato che i pareri delle commissioni, in questa delicatissima partita, dopo l’approvazione di un emendamento a firma dello stesso Gatti, e con il sostegno del presidente del Consiglio di Forza Italia, Lorenzo Sospiri, votato anche dall’opposizione del campo largo di centrosinistra e M5s, saranno “vincolanti” per la giunta  e non semplicemente “obbligatori”.

Una lettura diametralmente opposta prima in commissione, poi con un comunicato stampa di fuoco, è stata fatta invece dall’opposizione di centro-sinistra, e poi dal Movimento 5 stelle.

Il centrosinistra ha parlato di “maggioranza allo sbando”, di “scaricabarile tra centrodestra e gli stessi direttori generali dal centrodestra nominati”. Ritenendo improbabile che si riesca a ridurre in soli tre mesi il debito tendenziale di quasi 200 milioni a 128 milioni di euro, com’è previsto le quattro piani di rientro, anche perché “non c’è un criterio d’azione omogeneo e ogni Asl pensa per sé come fosse l’unica una contro l’altra armata”.

M5s ha parlato di “un debito che è stato a lungo nascosto e che dopo mesi di bugie è uscito fuori in tutta la sua grandezza esattamente come da noi denunciato già dalla precedente legislatura. Il lavoro dei quattro direttori generali delle Asl è stato inequivocabilmente fallimentare, eppure la Giunta Marsilio ha scelto di confermarli al loro posto. Non solo, addirittura li sostiene pubblicamente in quello che, a tutti gli effetti, assume le sembianze di uno smacco nei confronti delle tantissime denunce relative a disservizi e mancanze lamentate dai cittadini delle quattro province”.

I sindacati a loro volta hanno snocciolato tutte le loro preoccupazioni,  e contattato da Abruzzoweb, il segretario generale della Cgil Carmine Ranieri, ha evidenziato che “il problema di fondo è che la sanità è sotto finanziata a livello nazionale e a caduta a livello regionale, e dunque il debito in questa situazione diventa sostanzialmente strutturale e incomprimibile”, dando credito insomma ai dg che proprio questo hanno detto con diversi accenti in premessa ai loro piani di rientro.

Ranieri ha poi ribadito “la preoccupazione per i tagli alla spesa farmaceutica, che rischiano in molti casi di peggiorare le cure”, e per i tagli dei servizi che, “avranno un impatto occupazionale non indifferente nei confronti dei lavoratori delle coop e delle società esterne, che si occupano di pulizia, manutenzione e guardiania, e ci chiediamo chi poi garantirà questi servizi, se ci saranno meno addetti che dovranno occuparsene”.

Infine si è posto il problema di che “fine faranno in questo contesto di forte difficoltà economica le case e gli ospedali di comunità., ovvero la tanto auspicata medicina del territorio, ora che sta per essere realizzata con i fondi del Pnrr. Perché una volta realizzati i contenitori andrà trovato il personale sanitario e una adeguata gestione, per farle funzionare, altrimenti resteranno scatole vuote”

In giornata è arrivata però anche la nota del presidente Marsilio che citando i dati di Repubblica, evidenzia che l’Abruzzo sta migliorando il saldo della mobilità passiva,  incontro tendenza rispetto a tutte le regioni del Centro Sud. Attestandosi a 90 milioni di euro.