Martedì, 15 Ottobre 2024 AbruzzoPARTECIPATE: VERTICE SEGRETO BIG, FUMATA GRIGIA?RESTA IL CAOS, IN CONSIGLIO SALTANO LE NOMINEQualche passo in avanti, ma la fumata bianca sembra ancora lontana. Forse. Ma forse è fumata grigia. Neppure un vertice ristretto tra big, negli ambienti di centrodestra ritenuto riservatissimo, che si sarebbe svolto oggi a Roma, ha sbloccato le nomine dei Cda degli enti partecipati della Regione Abruzzo, il tutto dopo innumerevoli riunioni del tavolo politico, che si susseguono da maggio. In modo talmente infruttuoso che sono scaduti il 7 ottobre i 180 giorni di tempo per procedere allo spoils system, a partire dall’insediamento del nuovo consiglio regionale uscito dalle urne il marzo, con la storica riconferma del centrodestra di Marco Marsilio, di Fdi. Con il risultato che ora gli enti sono formalmente decaduti e possono occuparsi solo dell’ordinaria e stringente amministrazione. Con il rischio che se qualcosa dovesse andare storto nelle attività ordinarie, davanti alla Corte dei conti potrebbero andare i consiglieri e gli assessori che non hanno fatto le nomine. Questo perché Fdi, Manuale Cencelli alla mano, forte del 23,4%, e diventata di gran lunga prima forza della maggioranza con 9 consiglieri eletti, pretende la metà circa dei posti, in termini numerici e di peso, viste anche le tante persone in attesa di un riconoscimento per l’impegno speso alle elezioni e per il partito, molte di più rispetto alle caselle disponibili. Con la Lega che dovrà fare i maggiori sacrifici, scesa al 7,5% rispetto al 27,5% della passata legislatura, e con due soli eletti, e anche Forza Italia, che pure è salita al 13,4% con 4 eletti, che non ci stanno a fare da comparse. Il summit ha visto seduti intorno ad un tavoli i tre big politici della coalizione: il senatore Etel Sigismondi, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, il deputato di Forza Italia, Nazario Pagano, presidente della commissione Affari Costituzionali e coordinatore regionale azzurro, e il sottosegretario al Ministero dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste Luigi D’Eramo, coordinatore regionale della Lega. I tre, che si conoscono da anni e molto bene, in un clima giudicato sereno, si sono guardati in faccia, ma non sono riusciti a chiudere un’ intesa. Oltre ai posti insufficienti, a pesare sarebbe stata la considerazione, di Pagano e D’Eramo, che il governatore Marsilio in questa seconda legislatura recita un po’ troppo il ruolo da “padre padrone” in ogni scelta e non vuole essere elastico, rimanendo fermo sulla volontà di fagocitare caselle che in base ai numeri i meloniani magari merita, ma che politicamente non portano alla quadratura del cerchio e creano tensioni e conflitti in maggioranza. Del resto un punto di rottura si è già registrato dopo che nell’ultima riunione di Giunta, su iniziativa di Marsilio e dell’assessore alle Attività produttive, Tiziana Magnacca, anche lei di Fdi, l’Agenzia regionale delle attività produttive, l’Arap, è stata commissariata e affidato al dirigente regionale Mario Battaglia. L’Arap è di competenza del Consiglio, ma l’espediente è stato quello di motivare il commissariamento con un atto di Giunta allegando alla delibera un progetto di riforma complessivo, con la fusione anche dell’indebitatissimo Consorzio industriale di Chieti e Pescara, e con la nascita, entro un anno, di un un nuovo ente, l’Agenzia unica regionale per le attività produttive (Aruap). Il risultato però è stato che l’assessore al Sociale e Cultura, Roberto Santangelo, di Forza Italia, in cui quota era il presidente uscente di Arap, Giuseppe Savini, e il vice presidente con delega all’Agricoltura, Emanuele Imprudente, della Lega, per esprimere la loro contrarietà hanno lasciato la stanza e non hanno votato il punto all’ordine del giorno. Avanzando pure dubbi sulla legittimità del commissariamento. A seguire la Lega, con Vincenzo D’Incecco, in conferenza dei capigruppo non ha dato la delega, facendo mancare la necessaria unanimità, al presidente del Consiglio, Lorenzo Sospiri, di Forza Italia, per fare le nomine degli enti di competenza del Consiglio, ovvero oltre all’Arap, che però è già commissariata, le Adsu dell’Aquila, di Teramo e di Chieti-Pescara, le Ater dell’Aquila, di Pescara, di Teramo, di Lanciano-Chieti, il presidente dell’Ersi, i componenti dei Consigli di amministrazione dei Consorzi di Bonifica. E dunque tali nomine sono state iscritte all’ordine del giorno del consiglio regionale di domani, che però andrà deserto, e la mancata intesa della riunione di oggi a Roma non fa che rafforzare che domani si registrerà l’ennesimo nulla di fatto. Intanto, nel mare di chiacchiere e supposizioni, emerge una indiscrezione: il difensore civico, Umberto di Primio, ex sindaco di Chieti, in quota Fdi, potrebbe andare alla Saga, società di gestione dell’Aeroporto d’Abruzzo, dove ora presidente in scadenza, in quota Lega, Vittorio Catone. Mentre ad andare a fare il difensore civico sarebbe, sempre per Fdi, l’avvocato aquilano Alessandro Piccinini, ex assessore comunale dell’Aquila ed ex presidente della Gran Sasso Acqua, che alle elezioni del 10 marzo ha mancato l’ingresso a palazzo dell’Emiciclo nel collegio dell’Aquila per una manciata di voti, e con polemiche a seguire per le “sospette” defezioni a suo sostegno. Fdi vuole poi mantenere Abruzzo progetti, di cui è già suo amministratore unico Andrea Di Biase, capo di gabinetto del sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, ma il capogruppo di Fdi, Massimo Verrecchia, avrebbe pronto un altro nome, espressione della sua Marsica. Forza Italia si terrà intanto stretta la Tua, la società regionale del trasporto pubblico, dove è presidente il segretario provinciale dell’Aquila degli azzurri Gabriele De Angelis, ex sindaco di Avezzano, il cui mandato scade tra un anno. Mentre la Fira, la finanziaria regionale, Fdi vuole darla a Noi Moderati, dove ora è presidente, in quota Lega, Giacomo D’Ignazio, ma il problema è che la governance scade nel 2026. Nel mirino c’è poi l’Ersi, l’ente regionale del servizio idrico, di cui è presidente Nunzio Merolli, quota Lega, anche lui. La Lega potrà almeno tenersi due enti pesantissimi, l’Arta, l’Agenzia regionale della tutela ambientale, con il direttore Maurizio Dionisio, confermato l’anno scorso per cinque anni unico dirigente così medagliato, e l’Asr, l’Agenzia sanitaria regionale, con direttore Pierluigi Cosenza, professionista di area, con mandato in scadenza nel 2026. In base allo schema già condiviso, ma che a questo punto potrebbe essere anch’esso rimesso in discussione, delle cinque Ater, tre spettano a Fdi, una a Fi e una alla Lega, purché di un comune capoluogo, e non dunque quella di Lanciano-Vasto, hanno tenuto a sottolineare i salviniani. E a complicare le cose c’è l’assessore al Bilancio Mario Quaglieri, di Fdi, al centro delle polemiche per i contributi discrezionali che ha piazzato con gli alleati ed i suoi a bocca asciutta, e anche di un’ inchiesta per il conflitto di interessi tra la attività politica e di medico chirurgo, che avrebbe un nome pronto per l’Ater dell’Aquila, dove ora è presidente in quota Lega, l’avvocato Isidoro Isidori. E questo prima che la Lega faccia la sua scelta. Delle tre Adsu ne dovranno andare una a testa a Fdi, Fi e Lega. (b.s.) pubblicato su abruzzoweb |