Venerdì, 18 Ottobre 2024 Abruzzo

“Non controlli l'aula. Ho fatto bene a non votarti"

Il consigliere Mariani sbotta, Sospiri in caduta libera

 “Ho fatto bene a non votarti!”, ha sbottato così il consigliere regionale del Pd Sandro Mariani, dopo aver consumato un duro alterco con il presidente del Consiglio Lorenzo Sospiri,  di Forza Italia, accusato dal dem di “non sapere tenere l’ordine in aula”, chiedendo ai consiglieri di sciogliere i capannelli ed abbassare la voce, senza costringere chi interviene ad urlare, intimandolo infine di “non fare lo spiritoso”, dopo le repliche ironiche del presidente. E questa volta è dunque un suo amico nella opposizione ad averlo attaccato: il perentorio giudizio di Mariani fa ancora più male al nipote “d’arte” del sottosegretario e deputato del Movimento sociale italiano e poi di Alleanza nazionale Nino Sospiri,  che è in caduta libera, a poco più di sei mesi di una legislatura che vede il centrodestra impegnato con sempre maggiori difficoltà nel secondo, storico, mandato.

Un siparietto come tanti se ne verificano durante le sedute di consiglio.  Segno però, ha osservato qualcuno in aula, anche in maggioranza, di come Sospiri, rispetto alla prima legislatura del centrodestra di Marco Marsilio, ha perso smalto, vigoria ed autorevolezza nel suo ruolo di presidente, mentre nella passata legislatura aveva per lunghi tratti tenuto in piedi il centrodestra con la sua autorevolezza riconosciuta anche dalle opposizioni.

E questo anche perché non è stato eletto, caso unico nel consiglio regionale abruzzese, alla prima votazione con la maggioranza dei due terzi e dunque con l’ampia condivisione che la figura di garanzia meriterebbe, ma solo alla quarta votazione, con 17 voti del centrodestra. L’opposizione infatti non l’ha votato, Mariani compreso, e c’è stata pure una  defezione a dir poco pesante in maggioranza, come quella dell’ora presidente della quinta commissione Sanità Paolo Gatti, secondo consigliere regionale più votato in Abruzzo, con quasi 11mila voti con Fdi, che in una prima chiamata non ha votato, dicendo che non aveva fatto in tempo a tornare in aula. Mentre nell’ultima e decisiva chiamata, c’è il sospetto che sia stato lui a mettere nell’urna una scheda bianca.

Effetto anche dell’atto di forza condotto da Sospiri per restare alla presidenza del Consiglio, postazione che sarebbe dovuta spettare al più votato di Forza Italia, l’aquilano Roberto Santangelo, ben 9.587 preferenze, mentre a Sospiri, confermato comunque con 8.835 voti sarebbe toccato uno dei sei assessorati. E invece, con un colpo di scena dell’ultimo minuto, Sospiri, che l’assessore non voleva farlo, ha convinto Marsilio a cambiare le carte in tavola, con Santangelo rimasto di stucco. Del resto Marsilio in giunta non voleva una personalità ritenuta troppo ingombrante. A non prenderla affatto bene anche Paolo Cilli, vicesindaco di Montesilvano, che con la nomina di Sospiri in giunta, sarebbe entrato in consiglio al suo posto, come primo dei non eletti – ha preso 3.787 voti – nel collegio provinciale di Pescara.

E pensare che almeno nella passata legislatura i rapporti tra Sospiri e Mariani, oramai colleghi da tre legislature, erano ottimi. E fa un certo effetto aver sentito il dem urlare in aula rivolto al presidente, dopo essersi lamentato  del baccano in aula: “E’ lei che deve tenere l’ordine durante i lavori, non riesco a parlare, cosa devo fare, urlare? So urlare, se per questo,  però mi dica lei, visto che fa presidente del Consiglio…”.

Sospiri, dopo aver fatto notare a Mariani che “non mi pare una maggioranza disordinata, sono tutti seduti”, ha chiesto ai giornalisti in fondo all’aula di abbassare la voce, “perché altrimenti Mariani non riesce ad ascoltarsi”.

Al che ha sbottato Mariani: “Non faccia lo spiritoso! Che siete diventati! Prima eravate omeopatici, quasi inesistenti, adesso siete diventati tossici e pericolosi, come diceva il mio professore di farmacologia. Lasciate perdere, fate ridere!”. E poi chiuso il microfono ha chiosato, “ho fatto bene a non votarti!”.

Come  riferito già da Abruzzoweb, ad indebolire politicamente Sospiri la mancata scalata per la conquista della segreteria regionale del partito, dove resterà saldamente in sella il deputato e presidente della prima commissione Affari costituzionali,  Nazario Pagano, alla guida degli azzurri dal lontano novembre 2013. Resterà così nel cassetto a ingiallire il patto non scritto tra Sospiri e Pagano, sancito in occasione delle elezioni politiche del settembre 2022,che prevedeva che se il senatore uscente Pagano fosse stato rieletto deputato e Sospiri non fosse riuscito a staccare un biglietto per Roma, candidato anche lui ma nella più difficile corsa del Senato, , come avvenuto, allora Pagano gli avrebbe lasciato il posto da coordinatore.