Oggi voglio denunciare pubblicamente l’ennesima dimostrazione di disinteresse e disinformazione da parte del direttore generale della ASL, Thomas Schael. Durante una recente conferenza stampa, Schael ha dichiarato che nella sua azienda non esiste alcun problema di carenza di farmaci. Eppure, i fatti dimostrano l'esatto contrario.
Il primo caso è quello di una paziente con sclerosi multipla ci ha raccontato le difficoltà incontrate per ottenere un farmaco salvavita presso l’ospedale “San Pio” di Vasto. Questa donna, a causa di un recente cambio del medicinale – non comunicato preventivamente – si è trovata di fronte a ritardi e a una disponibilità estremamente limitata. E non è un caso isolato: diversi pazienti sono stati rimandati a casa o hanno ricevuto dosi parziali, insufficienti per l'intero mese. Sospendere una terapia che prevede iniezioni a giorni alterni può avere conseguenze gravissime sulla salute di questi pazienti. Nonostante alla fine questa paziente sia riuscita a ritirare il farmaco, resta l’assurdità di dover fare riferimento esclusivamente alla farmacia ospedaliera, con orari limitati e difficoltà di accesso. È lecito chiedersi perché non sia possibile delegare anche le farmacie private per il ritiro di questi medicinali essenziali, come proposto dalla stessa paziente.
Nel secondo invece una persona con un’impegnativa urgente per una visita presso il centro dislipidemia, con priorità entro 10 giorni, si è trovata a ricevere, il 16 ottobre scorso, una prenotazione al CUP per il 30 aprile 2025 – ben sei mesi di attesa per una prestazione ritenuta prioritaria. Solo prenotando, il giorno successivo in modalità online, gli è stato proposto dall'operatore la visita in intramoenia, e pagando €152, avrebbe ottenuto un appuntamento entro tempi ragionevoli, precisamente l’11 novembre. Questo non è un servizio sanitario: è una negazione del diritto alla salute e una pressione inaccettabile verso il sistema intramoenia, con costi a carico dei pazienti.
A questo si aggiunge un fatto ancora più grave: è apparso un cartello in diversi studi medici che recita quanto segue: “Dal 1° luglio, per disposizione del direttore generale della ASL per il piano di rientro del debito, non sarà più possibile prescrivere con la mutua farmaci per lo stomaco, vitamina D e antinfiammatori, che saranno quindi a pagamento fino a nuove disposizioni.” Questa direttiva penalizza duramente i cittadini, imponendo costi su farmaci di largo consumo e che per molte persone sono essenziali per la gestione quotidiana della propria salute. È inaccettabile che si arrivi a tali estremi, colpendo economicamente i più deboli.
Mi rivolgo quindi a Thomas Schael al quale chiedo meno passerelle, meno proclami in conferenza stampa e più disponibilità all’ascolto, al dialogo e alla risoluzione dei problemi concreti che affliggono migliaia di famiglie abruzzesi. La nostra sanità è allo sbando, e il nostro dovere come rappresentanti istituzionali è garantire che il diritto alla salute sia protetto. Basta promesse: servono fatti, subito.