Mercoledì, 27 Novembre 2024 AbruzzoFondi a pioggia: “Buco da 2,5 milioni di euro"Furiosa lite nel centrodestra: sotto accusa Sospiri e QuaglieriDopo una lunga giornata in cui non sono mancate le tensioni e gli scontri, il Consiglio regionale, intono alle 23, praticamente all’ unanimità dei presenti, ha gettato la spugna rimandando a venerdì prossimo, alle ore 15, la discussione del provvedimento più succulento, gli oltre 15 milioni di euro di fondi a pioggia relativi alla cosiddetta Legge Mancia, riferita alla fine della scorsa legislatura, bloccata per l’assenza di risorse. Il motivo al termine di due ore di interruzione dei lavori e di febbrili trattative? Il mancato accordo all’interno della conflittuale maggioranza di centrodestra, riconfermata a furor di popolo alle elezioni del 10 marzo scorso, in seno alla quale, soprattutto in FdI, il partito di gran lunga più forte, si è rischiato che il banco saltasse perché, secondo quanto si è appreso, all’appello mancavano circa 2,5 milioni di euro. In sostanza, il ‘montepremi’ è sforato di una somma non indifferente, stando ad alcuni consiglieri di maggioranza, per gli spostamenti finanziari “silenziosi” da parte del presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, di Fi, e dell’assessore al Bilancio Mario Quaglieri, FdI, recordman di preferenze con quasi 12mila voti ma spesso sotto accusa da parte dei colleghi di maggioranza e di partito per l’assenza e la mancata condivisione su strategie e sugli stanziamenti. E sono stati proprio i meloniani ad accorgersi del maltolto e a fare tana al presidente Sospiri che, messo alle strette, ha dovuto prendere atto che non poteva più portare avanti la prova di forza e chiudere la seduta entro la mezzanotte. Eppure, il consigliere pescarese, in questa legislatura spesso in affanno nella gestione dell’aula a differenza di quanto accaduto nel primo mandato quando era stato votato anche da parte delle opposizioni, prima di essere “scoperto”, aveva mostrato ottimismo e sicurezza. Ma poi è stato incalzato soprattutto dal capogruppo di FdI, Massimo Verrecchia, che una volta visionate le carte, e verificato che i tagli avevano penalizzato in particolare i meloniani, è andato su tutte le furie e, sostenuto in maniera compatta e convinta dal gruppo di 10 colleghi che ha fatto quadrato intorno a lui, ha “consigliato” il rinvio. A quel punto, Sospiri, pur mantenendo il solito aplomb e brillantezza, ha fatto un dietrofront trovando una data alternativa. “Non so quante leggi abbiamo approvato, fino a prova contraria abbiamo fatto un ottimo lavoro – ha detto in Aula – È inutile stiracchiare le pazienze. Abbiamo fatto un buon lavoro e credo sia intelligente rinviare il solo punto all’ordine del giorno al 29 novembre pomeriggio cominciando dalla discussione generale”. In sostanza, si riprenderà dal progetto di legge sui debiti fuori bilancio, tra cui quello di 9mila euro sul chilometraggio della macchina di servizio del presidente della Giunta, Marco Marsilio, di FdI, a cui verrà attaccata la legge mancia. Dopo il rinvio, esponenti di maggioranza e il presidente romano di origini abruzzesi, Marsilio, visibilmente contrariato, si sono intrattenuti per commentare lo spiacevole inconveniente alla presenza dello stesso Sospiri e di Quaglieri. Il nervosismo legato ai conti non tornati, avrebbero indotto la maggioranza ad estromettere quasi del tutto dalla torta le opposizioni, soprattutto il Pd, quest’ultimo per il veto di Quaglieri, finito sotto inchiesta da parte della Procura dell’Aquila in seguito alla determinata invettiva del consigliere regionale dem Pierpaolo Pietrucci, che ha denunciato per primo il presunto conflitto di interessi dell’ex sindaco di Trasacco, assessore regionale e contestualmente apprezzato medico chirurgo con contratto di consulenza nella clinica privata Di Lorenzo di Avezzano. Da Radio Maggioranza emerge che qualche concessione verrà fatta ai consiglieri di minoranza Giovanni Cavallari, Enio Pavone e Alessio Monaco e forse, come unico demo, Dino Pepe. Un centrosinistra uscito anch’esso con le ossa rotte e spaccato da questa seduta dopo i momenti di tensione tra il presidente, Marco Marsilio, che ha accusato le opposizioni, in primis il suo capo, l’ex rettore della università di Teramo, Luciano D’Amico, da mesi contro i contributi a pioggia, di doppia morale sui contributi discrezionali. Risultato, coalizione spaccata politicamente e sulla partecipazione alla spartizione, con D’Amico che ha abbandonato i lavori. E con il capogruppo del M5S, Francesco Taglieri, che in attesa della ripresa della seduta, ha esibito sugli scranni la ghigliottina per anticipare la cancellazione delle centinaia di emendamenti ostruzionistici. Dai quali si riprenderà venerdì. E meno male che non si è ancora aperta la sessione di Bilancio dove è prevista un’altra scorpacciata. Rimane da stabilire se parteciperà anche il centrosinistra in barba alle ferree indicazioni contrarie del suo capo D’Amico, che della guerra ai fondi a pioggia ha fatto il suo elemento distintivo in questi primi sette mesi di legislatura. (b.s.) |