Lunedì, 13 Gennaio 2025 AbruzzoIn Abruzzo continua il calo della popolazioneRispetto al 2019 registrato un calo del 2,3%I dati riportati nel report “Abruzzo in Cifre 2024” offrono un quadro articolato della popolazione residente, mettendo in evidenza tendenze demografiche e fenomeni migratori che caratterizzano la regione. Nonostante la provvisorietà di alcune stime relative al primo gennaio 2024, le analisi mostrano un calo significativo della popolazione abruzzese negli ultimi anni, accompagnato da un invecchiamento marcato. Nonostante la provvisorietà di alcune stime relative al primo gennaio 2024, le analisi mostrano un calo significativo della popolazione abruzzese negli ultimi anni, accompagnato da un invecchiamento marcato che impone riflessioni strategiche per il futuro. Popolazione residente e trend demografici Tra il 2018 e il 2023, l’Abruzzo ha registrato un saldo naturale negativo in costante peggioramento, risultato della diminuzione dei nati vivi (da 8.937 nel 2018 a 7.568 nel 2023) e dell’aumento dei decessi (da 14.680 a 15.605 nello stesso periodo). Questo ha comportato un saldo naturale negativo cresciuto da -5.743 a -8.037. Al primo gennaio 2024, la popolazione residente si attesta a 1.269.963, segnando una diminuzione del 2,36% rispetto a gennaio 2019, un calo più marcato rispetto alla media nazionale (-1,38%). Tra le province, L’Aquila registra il decremento più evidente (-3,39%), seguita da Chieti (-2,49%). Il fenomeno è attribuibile all’invecchiamento della popolazione e al declino della natalità, riflessi anche nell’aumento dell’indice di vecchiaia, passato da 162,1 nel 2008 a 219,7 nel 2024. Nelle province di L’Aquila e Chieti, il rapporto tra anziani e giovani è superiore a 230 su 100, ben al di sopra della media nazionale (193,1 nel 2023). L’analisi mette in evidenza come la diminuzione demografica non sia uniforme, ma colpisca in modo differenziato le diverse province. Le aree interne, già in difficoltà economica, soffrono maggiormente la perdita di popolazione Stranieri in Abruzzo La presenza di stranieri in Abruzzo mostra un andamento oscillante. Dopo un calo nel periodo successivo al 2019, al primo gennaio 2023 i residenti stranieri risultano 82.904, con un saldo migratorio positivo con l’estero (+7.100) e una prevalenza di nazionalità rumena (26,3%), albanese (13,0%) e marocchina (9,4%). La provincia con la maggiore incidenza di stranieri è L’Aquila (8,6%). Tuttavia, il calo delle nascite tra gli stranieri stessi (da 937 nel 2018 a 726 nel 2023) segnala un trend che richiede attenzione per le politiche di inclusione e integrazione. Università e formazione Sul fronte dell’istruzione, i tre atenei abruzzesi registrano numeri stabili: nell’anno accademico 2023/24 gli iscritti sono 42.891, in lieve aumento rispetto al 2022/23 (42.355). L’Università di Chieti-Pescara accoglie il maggior numero di studenti (21.108), seguita da L’Aquila (16.613) e Teramo (4.858). Tuttavia, il numero di laureati è in calo, passando da 8.526 nel 2021 a 8.010 nel 2023. Questo trend riflette sia il progressivo calo demografico della fascia giovanile, sia la necessità di rafforzare l’attrattività degli atenei locali, che competono con università di altre regioni e persino di altri paesi. Investire nella qualità della formazione e nel sostegno agli studenti, anche attraverso borse di studio e alloggi accessibili, appare fondamentale per invertire questa tendenza e trattenere i giovani talenti sul territorio. Sfide future I dati di “Abruzzo in Cifre 2024” evidenziano sfide significative per la regione, tra cui il contrasto all’invecchiamento della popolazione, la necessità di incentivare la natalità e una gestione equilibrata dei flussi migratori. Questi temi, oltre a influenzare la struttura demografica, avranno un impatto profondo sul tessuto socio-economico dell’Abruzzo negli anni a venire. A queste criticità si somma l’urgenza di ripensare lo sviluppo economico della regione, valorizzando le aree interne e il loro patrimonio culturale e naturalistico, promuovendo un turismo sostenibile e investendo in tecnologie innovative. La collaborazione tra istituzioni locali, università e imprese sarà cruciale per costruire un futuro in cui l’Abruzzo possa non solo affrontare le sfide demografiche, ma trasformarle in opportunità di rilancio. |