Le case lavoro e le colonie agricole sono un’istituzione penitenziaria nelle quali vengono rinchiuse a fine pena le persone dichiarate socialmente pericolose. Oltre a essere senza una fine temporale certa, la misura di sicurezza non risponde ad alcuna finalità riabilitativa.
Questo è il tema di un libro scritto da Giulia Melani, con contributi di Franco Corleone, Katia Poneti e Grazia Zuffa dal titolo: “Un ossimoro da cancellare. Misure di sicurezza e case lavoro” Edizioni Menabò, Ortona 2024, che verrà presentato nell’iniziativa dal titolo: "Per il rispetto della dignità di ogni persona" in programma giovedì 27 febbraio 2025 al Teatro Rossetti di Vasto dalle ore 17.30.
All’incontro parteciperanno:
Il sindaco di Vasto Francesco Menna che porterà i saluti istituzionali
Giulia Melani
sociologa del diritto, ricercatrice presso l’Università di Firenze, presidente della “Società della Ragione” e curatrice del volume;
Katia Poneti
dottoressa di ricerca in Filosofia del Diritto, collaboratrice presso l’Ufficio del Garante dei diritti delle persone detenute della Regione Toscana;
Franco Corleone
già sottosegretario alla Giustizia dal 1996 al 2001, è stato Commissario unico per la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, poi Garante delle persone detenute della Città di Firenze, della Regione Toscana e del Comune di Udine;
Riccardo Magi
deputato e primo firmatario della proposta di legge di modifica al Codice Penale (AC, n. 158 del 13 ottobre 2022);
Concluderà i lavori:
Mons. Bruno Forte arcivescovo della Diocesi di Chieti-Vasto, teologo
che ha più volte espresso il suo parere negativo sulla «persistenza dell’istituzione Casa lavoro»
“Un ossimoro da cancellare. Misure di sicurezza e case lavoro” Edizioni Menabò, Ortona
Quarta di copertina
In Italia, quasi trecento persone si trovano recluse, per un tempo indeterminato dopo l’espiazione della propria pena, in una delle nove strutture penitenziarie adibite a casa di lavoro o colonia agricola. Sono le persone marchiate dall’arbitraria etichetta di soggetti “socialmente pericolosi” e perciò colpite da misure di sicurezza e internate in colonie agricole o più spesso nelle cosiddette case lavoro.
Oltre a essere senza fine temporale certo, in contrasto coi principi di diritto liberale, la misura di sicurezza non risponde ad alcuna finalità riabilitativa. A partire dal fatto che le case lavoro sono spesso sezioni di carceri, senza differenze nel trattamento né tantomeno nell’accesso al lavoro, le misure di sicurezza si presentano come una “doppia pena”.
L’internamento nelle case di lavoro, retaggio illiberale del codice Rocco è una realtà poco conosciuta del nostro ordinamento e quasi assente nel dibattito pubblico. Ciò rende ancora più drammatica l’esperienza di queste persone, consapevoli del vuoto di scopo del tempo passato in casa lavoro e dell’indifferenza generale che li circonda.
Il volume è il frutto di una ricerca condotta a cavallo tra il 2022 e il 2023, grazie al contributo della Chiesa Evangelica Valdese e alla collaborazione dell’Ufficio del garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Toscana. Con la finalità di rendere visibile questa dolorosa e ingiusta realtà, attraverso documentazione e immagini, dando spazio alle voci del personale e soprattutto della popolazione internata.
«Come mai non si parla mai di casa lavoro? Forse nemmeno lo Stato lo sa che cos’è» – così afferma un internato. È ora di raccogliere l’invito di monsignor Bruno Forte per eliminare una istituzione che offende la Costituzione e che dovrebbe far vergognare una democrazia.
La Società della Ragione ha come finalità lo studio, la ricerca e la sensibilizzazione culturale sui temi della giustizia, dei diritti e delle pene, nell’orizzonte di un diritto penale mite e minimo, proprio di una democrazia laica alternativa allo Stato etico.
L’Associazione promuove iniziative di analisi e di informazione sulla condizione di vita nel carcere perché siano rispettati i principi e le garanzie previsti dalla Costituzione.