Sabato, 29 Marzo 2025 Abruzzo

Fratricidio L'Aquila: folla per l'addio al prof. Lanciani

I suoi studenti: "Prof. grazie di tutto"

“Caro professore, sento il bisogno di ringraziarla, lei è stato un uomo di straordinaria gentilezza e disponibilità, sempre capace di farci sentire a nostro agio anche di fronte alle difficoltà. Con il suo modo di fare rassicurante ha reso l’apprendimento un percorso sereno, mai un ostacolo insormontabile. La sua pazienza era infinita e la sua capacità d’ascolto rara e preziosa. Aveva il dono di farci sentire compresi e di incoraggiarci senza mai alzare la voce, ma con la semplice forza della sua presenza e della sua bontà. Riposi in pace prof”.

È la lettera che uno degli studenti, facendosi portavoce dei compagni, ha scritto in ricordo del professor Stefano Lanciani, barbaramente ucciso dal fratello Davide per motivi riconducibili a una eredità contesa, letta dalla dirigente scolastica dell’Itis Maria Chiara Marola in occasione dei funerali che sono stati celebrati da don Artur Sidor nella basilica di San Bernardino all’Aquila, gremita di folla.

Il sacerdote, tra le tante cose, ha voluto citare le parole di un poeta “affrettiamoci ad amare le persone perché se ne vanno presto”.

Ci sono stati poi tanti interventi che hanno messo in luce le qualità umane del docente ucciso che lascia la moglie, Marinella Lozzi, anche lei docente, ma di religione, e il figlio Simone. Ci sono stati poi tanti altri interventi che hanno messo in risalto le doti umane della vittima che aveva insegnato anche al Cotugno.

Sul fronte delle indagini ci sono alcune aspetti sui quali si sta lavorando come la possibile contestazione della premeditazione che potrebbe portare alla pena dell’ergastolo in caso di condanna.

Prima di essere catturato Davide, dipendente prima della Optimes e poi di Thales Alenia, avrebbe pronunciato la frase “mio fratello deve morire”, parole gravissime ma certo non tali da sole a supportare le premeditazione, di lì l’esame dei  tabulati telefonici.

Per ora l’accusa resta quella di omicidio volontario aggravato dal rapporto di parentela e futili motivi.

L’uomo, che è ovviamente in carcere, è assistito dagli avvocati marsicani Franco Colucci e Alessando Fanelli.