Lunedì, 7 Aprile 2025 Abruzzo

“Mafie penetrano in Abruzzo come lama nel burro"

De Magistris, ex magistrato, "I poteri occulti sono ovunque"

 L’Abruzzo è una di quelle regioni italiane in cui i “poteri occulti”, le mafie – comprese quelle della borghesia mafiosa e dei colletti bianchi di ultima generazione – penetrano con maggiore facilità, praticamente “come una lama nel burro”.

Utilizza una metafora chiara e netta Luigi De Magistris, politico, ex magistrato, ex sindaco di Napoli, già parlamentare europeo, autore del saggio “Poteri occulti. Dalla P2 alla criminalità istituzionale: il golpe perenne contro Costituzione e democrazia” pubblicato a fine 2024 dalla casa editrice Fazi.

Una metafora chiara e netta per far capire un pensiero dalle stesse caratteristiche che di fatto rispecchia ciò che a partire dal titolo è il succo del suo ultimo saggio: le mafie, comprese quelle sovranazionali, sono ormai parte strutturale dell’Italia. E non solo.

Un Paese, l’Italia, che, per De Magistris, “se pensiamo alla questione morale, si trova in un momento molto brutto, ma pure poco percepito”.

“Se guardiamo i punti centrali del Piano di rinascita democratica della loggia P2, oggi fanno parte in modo forte, direi sono centrali, della politica – a livello trasversale – che governa il nostro Paese”, aggiunge richiamando proprio il titolo del saggio.

Lei dice che il problema nel nostro Paese è “poco percepito”. Come mai?

Il sistema criminale, le corruzioni, le mafie, la cosiddetta criminalità istituzionale, col tempo si sono sempre più mimetizzati all’interno dei gangli vitali italiani, nell’economia, nell’informazione, nella finanza, nella politica, negli istituzioni, nelle pubbliche amministrazioni.

Ma oggi, nei suoi progetti, è diventato paradossalmente più visibile e utilizza gli strumenti che prima erano appannaggio dei poteri legali contro i poteri illegali esterni.

Insomma, si è andati verso una conquista del potere da parte del sistema criminale. I poteri occulti che hanno operato per molto tempo in maniera assolutamente sotterranea, appunto occulta, oggi, paradossalmente, sono visibili e “legali”.

Sono poteri trasversali, ossia capaci di “entrare” nelle stanze che contano a prescindere dal colore politico di riferimento?

Assolutamente sì. Non bisogna commettere l’errore che commettono molti cittadini, il più delle volte in buona fede, rispetto a chi invece ha gli strumenti per comprendere, per sapere, o perché pensa, in malafede, che la questione morale sia solo un tema che riguarda soltanto chi in questo momento governa l’Italia, ossia il centrodestra guidato dalla premier, Giorgia Meloni.

La questione morale è dunque assolutamente trasversale tra le forze politiche.

Questo non vuol dire che non ci siano toni diversi, contenuti, intensità e modalità di azioni, ma la trasversalità c’è, basta vedere quello che sta accadendo a Milano in questi giorni, ma posso anche citare ciò che avviene a Napoli: due città non amministrate dalla destra, dove c’è una questione morale totalmente trasversale.

E che riguarda le mani sulla città, nel puro spirito predatorio che si trova anche nel resto d’Italia, ma ci sono forze politiche che si sono “intestate” una supremazia etica che in realtà non possiedono.

Questo significa che i poteri occulti, cioè le mafie, le massonerie, che “abbracciano” mortalmente ogni elemento della nostra società, dalla finanza speculativa al traffico di stupefacenti, hanno una sorta di strada spianata perché il sistema gliela spalanca davanti?

L’ideologia che “muove” i poteri occulti è un’ideologia accaparratrice, predatoria dei beni comuni. Ed è un’ideologia che permette di adattarsi e di riconvertirsi a seconda delle esigenze e della politica che governa in un dato momento: se, ad esempio, scatta una svolta ambientalista, il sistema criminale si sposta, sempre per esempio, nell’eolico.

Perché punta al potere e al denaro, al consenso, al controllo del territorio, in un percorso di erosione della legalità sostanziale attraverso la legalità formale.

E qui ritorna il tema della supremazia etica che una parte delle forze politiche italiane si è “intestata” pur non essendone in possesso.

Le regioni più deboli come l’Abruzzo, come le inquadra in questo contesto?

Non possiamo definire una regione come “forte” o “debole”. Noi ci troviamo, semplicemente, in una situazione di conoscenza e di permeabilità del sistema criminale.

Tendenzialmente, le regioni del centro e del nord hanno acquisito negli anni meno anticorpi di natura istituzionale, politica e sociale, di fatto un livello più basso di “antimafia sociale” e contrasto giudiziario.

In buona fede, esistono pezzi della società civile e della politica che non si accorgono, che vengono attraversate come una lama nel burro dai “poteri occulti”, dalle mafie, comprese quelle della borghesia e dei colletti bianchi di ultima generazione.

L’Abruzzo, in tal senso, è una terra molto penetrata proprio come una lama nel burro non solo per collusioni che ci sono state e che evidentemente ci sono, ma anche perché, rispetto alla Campania, alla Calabria e alla Sicilia c’è anche una minore “fortezza” di anticorpi che in quelle regioni è stata costruita nel corso degli anni con le esperienze in prima linea.

Al sud, dove la mafia ha colpito con una forza inaudita, la reazione delle forze positive, democratiche, c’è stata. La parte sana si è attrezzata, si è difesa, ha contrattaccato ed è riuscita a conquistare delle posizioni.

Le cose non migliorano se si allarga l’orizzonte. I poteri occulti di cui parla lei, sono gli stessi che stanno spingendo per continuare la guerra in Ucraina?

Questo sistema criminale ha storicamente, e li ha tutt’oggi, fortissimi legami con entità sovranazionali anche Oltreoceano, non c’è dubbio.

Sicuramente chi spinge per armi, guerre, ricostruzioni post belliche, non ha certo in mente politiche pacifiste, senza armi e per costruire comunità in cui i diritti siano diritti e non concessioni che ti dà il potere come privilegio.

Stiamo assistendo in questa fase internazionale ad una svolta inaudita.

E la posizione di forze politiche che spingono per questa deriva bellicista ha, tra i vari effetti collaterali, quello di incentivare anche mafie e trafficanti vari.

Cosa ha provato mentre scriveva l’ultimo saggio? Rabbia, delusione, amarezza, oppure voglia di rivalsa? Magari guardando le cicatrici delle ferite nella sua esperienza di magistrato a cui tolsero inchieste molto importanti perché, evidentemente, erano stati toccati quei famosi poteri occulti?

Dentro di me, ho soprattutto tanta indignazione per come vanno le cose. Ed è una indignazione nei confronti delle ingiustizie che rimane alta, come la vivevo da ragazzo la vivo anche oggi.

Le ferite che questo sistema criminale fatto di poteri occulti e di borghesia mafiosa ha inferto alla mia vita personale, professionale e familiare, sono ferite che nessun fatto della vita può compensare.

Anche le gioie che ho potuto avere sul campo professionale, come fare il sindaco di Napoli, non possono compensarle.

Tutto quello che ho passato, la gravità del tradimento istituzionale che ho subito, nonostante tutto, non mi hanno portato sul terreno dell’odio, del rancore e della vendetta, perché credo che questo sistema criminale vada sconfitto anche un po’ in “salsa” partenopea.

Quindi anche con il sorriso, con l’umorismo di Pulcinella che poi è l’essenza della sua maschera: togliere la maschera al potere e mostrarlo nella sua nudità.

Perché, alla fine, chi fa parte di questo sistema è solo un infame e un traditore della Repubblica e della Costituzione.

Ma il potere, il Re, non è già nudo da tempo?

Il Re va sempre smascherato e raccontato. E la gente non deve rimanere indifferente, ma deve partecipare.

Soltanto dall’Abruzzo, sono andate via quarantamila persone negli ultimi dieci anni. In piccolo, somiglia alla sua Campania. 

Abbiamo il dovere di provare ad invertire questa rotta. Dall’alto non possiamo aspettarci nessun cambiamento.

Se cambiamento sarà, verrà dal basso, perché non possiamo affidare il destino del nostro Paese, o del mondo, agli stessi che ci hanno portato al baratro. Altrimenti non avremo un futuro migliore.

Penso alla mia Napoli ed alla mia esperienza come sindaco di una città davvero molto complessa, ma che ha saputo reagire alla parte più brutta cambiando in meglio la storia. E quindi il suo futuro.