Giovedì, 17 Aprile 2025 Abruzzo“FEBBO COME JEP GAMBARDELLA”D’ALFONSO ATTACCA, “HO CAPITO CHE ERA LUI DA USO CONGIUNTIVO”Dalle spiagge delle Maldive alla “mezzadria assessorile”, è così che torna in scena lo scontro tra il deputato Pd Luciano D’Alfonso, ex presidente della Regione Abruzzo, e Mauro Febbo, di Forza Italia, già assessore regionale. Il tema che tiene impegnati da qualche giorno in un botta e risposta l’ex governatore e l’ex assessore al ramo è quello della promozione turistica, questione poi sfociata in accuse reciproche circa le rispettive strategie politiche, una battaglia destinata a non esaurirsi, visti i nuovi spunti. “Non avevo capito che l’assessore di cui si parlava fosse proprio Mauro Febbo, in quanto non era chiaro chi avesse fatto l’assessore regionale al turismo tra lui e Daniele D’Amario. Forse avrebbe dovuto farmelo intuire l’uso dei congiuntivi, che D’Amario declina correttamente”, scrive nell’ultima nota D’Alfonso rispondendo al forzista che aveva a sua volta osservato: “Il fuggiasco D’Alfonso interviene da tempo sulle questioni regionali visto che ormai a Roma ‘non tocca palla’”. (Qui il link) “Fatto sta che Febbo – aggiunge D’Alfonso – aveva messo in scena una mezzadria assessorile che poi gli ha fatto scappare di mano assessorato e rielezione. Visto che sta brigando per tornare in Regione, si facesse consigliare da D’Amario ripartendo proprio dalla mezzadria, perché questa è l’ultima possibilità che ha di rientrare in gioco. In ogni caso, abbiamo finalmente accertato che è stato Febbo a usare le spiagge delle Maldive al posto dei lidi nostrani per attirare turisti, e a dire che il Covid avrebbe fatto venire più vacanzieri in Abruzzo”. “Inoltre, visto che egli sta cercando da vent’anni di arrivare in Parlamento, se vuole posso dargli qualche consiglio: – in primis, non si va in Parlamento per toccare palla ma per essere utili alla propria comunità, cosa che lui ha fatto molto male quando ha avuto incarichi elettivi – ricordiamo i debiti procurati prima come assessore comunale a Chieti e poi come presidente della Provincia teatina – e su questo gli consiglio più oculatezza, come avrebbe dovuto insegnargli il suo mestiere; – il secondo suggerimento che mi sento di dargli è di non ripetere ciò che ha fatto a Chieti, ovvero remare contro la sua parte politica come ripicca per non essere stato candidato a sindaco”. “Forse Febbo pensava di essere il Jep Gambardella de ‘La grande bellezza’, quando dice ‘Io non volevo solo partecipare alle feste, io volevo avere il potere di farle fallire’. Purtroppo per lui, questo potere Febbo non ce l’ha, e sappiamo che a causa di questa impotenza soffre molto: gli auguriamo tempi migliori”, conclude D’Alfonso. |