Venerdì, 19 Febbraio 2010 Nazionali

Il Cardinal Bertone dice: servono nuovi politici cattolici

Il segretario di Stato vaticano: 'Bisogna iniettare, con rettitudine, nuova linfa nella societa''

CITTA' DEL VATICANO - Una nuova generazione di politici cattolici, che riaffermi che l'etica è una sola, che non c'é distinzione tra comportamenti pubblici e privati, e che la politica non è "una cosa sporca", ma una missione per conto di Dio. E che dia esempio di rettitudine, una dote richiesta a tutti i politici, e non solo ai credenti. E' questa la speranza espressa oggi a Riccione dal segretario di Stato vaticano, card.Tarcisio Bertone, intervenuto a una riunione dell'associazione Rete Italia.

All'indomani delle celebrazioni per i Patti Lateranensi, servite a ricucire i rapporti tra governo e S.Sede dopo gli imbarazzi del caso Boffo, Bertone non nasconde la propria preoccupazione per la difficile fase politica che sta vivendo l'Italia e lancia quasi un manifesto, indicando la via per istituire "laboratori di nuovi progetti in campo politico e amministrativo". "Una sfida - ha detto - di cui dovranno assumersi la responsabilità le nuove generazioni di politici cristiani". Giovani sempre più lontani dall'impegno concreto nel sociale e nella storia, stretti - osserva Bertone - tra "utopia e atarassia" e chiamati invece ad essere "partecipi delle cose future già a partire da quelle presenti".

Gli auspici di Bertone riprendono quelli espressi in qualche occasione dallo stesso papa Ratzinger, e somigliano molto a quelli del card.Angelo Bagnasco, presidente della Cei, che all'ultimo consiglio permanente della Conferenza episcopale, appena qualche settimana fa, aveva detto di avere "un sogno": "quello di veder nascere in Italia una nuova generazione di politici cattolici".

Una generazione alla quale il segretario di Stato vaticano, suggerisce un preciso programma di lavoro che trova le sue radici nella dottrina sociale della Chiesa, "sempre giovane", sottolinea Bertone, ma anche, più concretamente, gli insegnamenti di don Luigi Sturzo e in quella "terza via" indicata nel 1943 da un gruppo di giovani laureati cattolici a Camaldoli. C'erano Sergio Paronetto, Ezio Vanoni, Pasquale Saraceno e il futuro papa Montini, a richiamare l'Italia post-fascista al senso etico dell'economia, alla coscienza dell'agire politico, l'importanza attribuita a famiglia e scuola. Un movimento - ha sottolineato - capace di accogliere "la logica del gioco democratico e il ruolo regolatore e perequativo dello Stato nel garantire la giustizia sociale per tutti, specialmente per il più poveri".

Bertone non si riferisce esplicitamente all'attualità, ma sottolinea la necessità di non separare "etica individuale ed etica sociale", lamenta che il Machiavellismo dell'astuzia e dell'utilitarismo sembra essere il modello "che ha avuto maggior fortuna" e indica ai giovani politici cattolici di un domani non troppo lontano "l'impegno di iniettare buona e nuova linfa nella società, orientandola alla virtù con rettitudine e discernimento". E usa le parole di Sturzo per rinnovare un anatema: "La missione del cattolico in ogni attività umana - ha detto citando il sacerdote-politico - è tutta impregnata di ideali superiori perché in tutto ci si riflette il divino. Se questo senso del divino manca - ha concluso - tutto si deturpa: la politica diventa mezzo di arricchimento, l'economia arriva al furto e alla truffa".