Giovedì, 14 Marzo 2013 Abruzzo

Compravendita di deputati, porta in Abruzzo la scia di soldi tra il Pdl e De Gregorio

Versamenti sospetti tra il senatore del “cambio di casacca”, l’ex parlamentare Aracu e il vicepresidente del consiglio comunale di Pescara Adele Caroli

La scia di soldi tra il Pdl e Sergio De Gregorio arriva fino all’Abruzzo. Una serie di assegni e versamenti che sarebbero serviti a “comprare” il senatore e di fatto assoldarlo nelle file berlusconiane. Un giro di danaro che, secondo gli inquirenti, nel 2008 salvò il governo di centrodestra dalla sfiducia grazie al “cambio di casacca” di De Gregorio corrotto da 3 milioni di euro versati da Silvio Berlusconi. Ma, come scrive il quotidiano La Repubblica, i finanziamenti sospetti al senatore sarebbero cominciati prima, già nella primavera del 2006. E i protagonisti sarebbero due big della politica abruzzese: l’ex parlamentare del Pdl Sabatino Aracu, longa manus del capogruppo del partito alla Camera Fabrizio Cicchitto e suo plenipotenziario nella Regione, e Adele Caroli, vicepresidente del consiglio comunale di Pescara ed ex socia di Aracu nella “3G” (società di contact e call center con sede a Sulmona) e nella “Esseci”, immobiliare con proprietà in Sardegna.

Secondo quanto scritto dal quotidiano diretto da Ezio Mauro, nel febbraio del 2006, a 60 giorni alle elezioni politiche che vedranno prevalere l’Ulivo di Prodi, Aracu avrebbe staccato dal suo conto presso l’agenzia di Montecitorio del Banco di Napoli San Paolo un assegno da 180 mila euro a favore della Caroli. Questa, neppure una settimana dopo aver incassato la provvista, con un assegno tratto sulla filaliale di Pescara Unicredit-Banca di Roma gira 100 mila euro a beneficio della Fondazione “Italiani nel Mondo - Reti televisive srl.”, la tasca in cui, nel tempo, De Gregorio avrebbe fatto affluire il denaro che, a diverso titolo, e con le più diverse giustificazioni, riceverà dal Pdl.

La circostanza è emersa nel calderone dell’inchiesta abruzzese sulla sanità e ha costretto la Caroli a dare una spiegazione agli inquirenti. Sentita a verbale nel 2009 dal colonnello Mauro Odorisio, oggi comandante provinciale della Guardia di Finanza di Pescara ha sostenuto che quel denaro ricevuto da Aracu ha una sua giustificazione formale in un atto notarile: sarebbe il corrispettivo della cessione al parlamentare del Pdl delle suo quote societarie in “Esseci”. Quanto poi ai 100 mila euro versati alla fondazione di De Gregorio, la Caroli sostine che si tratti di una semplice “coincidenza temporale”.:«De Gregorio mi chiese un prestito a titolo personale - dice la donna alla Finanza - cui io acconsentì versando un assegno da 100 mila euro intestato a Italiani nel Mondo Reti televisive, così come lui stesso mi aveva chiesto. Prestito che poi mi venne restituito in diverse tranche nel giro di un anno». Secondo La Repubblica la Caroli non è però stata in grado di ricordare su quali conti De Gregorio avrebbe onorato il suo debito. E la Caroli non sarebbe riuscita neppure a spiegare per quale ragione avrebbe ceduto per soli 180 mila euro le quote di una società che, sulla carta, avevano un valore dieci volte superiore.

Sempre secondo La Repubblica il giro di assegni non è l’unico filo che annoda la Caroli ed Aracu a De Gregorio. Dagli atti dell’inchiesta abruzzese, emerge infatti che l’immobiliare “Esseci” ha a sua volta avuto rapporti societari diretti con De Gregorio fra il 2005 e il 2006. Lo stesso format si sarebbe ripetuto con la “3G”: un giro di fatture questa volta verso la Broadcast Video Press, altra società di De Gregorio nel 2003 e 2004.

E la “3G” di Aracu, società coinvolta in un’inchiesta della Procura per riciclaggio, non è nuova a giri di fondi e finanziamenti che incrociano alcuni dei personaggi chiave nella vicenda della compravendita dei senatori. E’ la “3G”, infatti che avrebbe pagato fatture gonfiate alla International press di Valter Lavitola (il messo del Cavaliere incaricato nel 2008 di versare in contanti a De Gregorio i 3 milioni prezzo del “tradimento”).

Fonte "Il Centro"