Lunedì, 3 Febbraio 2014 Abruzzo

Ultras ucciso a Pescara, 30 anni a Ciarelli

Condannati anche gli altri 4 rom imputati:19 anni e 4 mesi per il nipote Domenico e i cugini Luigi, Antonio e Angelo

di Paola Auriscchio

 

Il gup del Tribunale di Pescara, Gianluca Sarandrea ha condannato a 30 anni di reclusione Massimo Ciarelli, principale imputato nel processo relativo all'omicidio di Domenico Rigante, il 24enne tifoso ucciso con un colpo di pistola il primo maggio 2012 nel capoluogo adriatico. Ciarelli è accusato di aver fatto fuoco con un revolver calibro 38. Ha inoltre condannato a 19 anni e 4 mesi il nipote Domenico e i cugini Luigi, Antonio e Angelo. Il pm per Massimo Ciarelli aveva chiesto l'ergastolo e per gli altri dai 16 ai 18 anni. I difensori di Massimo Ciarelli, Carlo Taormina, e Franco Metta, nella loro arringa finale hanno chiesto l'applicazione dell'ipotesi dell'omicidio preterintenzionale senza premeditazione e con la concessione dell'attenuante della provocazione. La sentenza è arrivata dopo circa 3 ore di camera di consiglio e sei ore di dibbattimento nell'ultima udienza con le arringhe degli avvocati della difesa.

La difesa: il delitto e preterintenzionale. "Per Massimo Ciarelli ho chiesto l'applicazione dell'ipotesi di omicidio preterintenzionale senza premeditazione e con la concessione dell'attenuante della provocazione", aveva detto l'avvocato Carlo Taormina dopo la sua arringa durata due ore. "Si è trattato di un solo colpo da arma da fuoco esploso in parte non vitale non seguito da altri e quindi non in grado, dal punto di vista di chi spara, di poter prevedere la morte ma lesioni" . È durata oltre due ore anche l'arringa dell'avvocato Franco Metta, altro difensore di Massimo Ciarelli. "In base alle risultanze scientifiche risulta che non ci fosse la volontà di Ciarelli (giovane rom per il quale il pm Salvatore Campochiaro ha chiesto l’ergastolo, ndr) di provocare la morte di Domenico Rigante", ha detto Metta, "ma solo delle lesioni". "L'altezza e la distanza dalla quale è stato sparato il colpo di  pistola", ha proseguito Metta, "dimostrano che Ciarelli non aveva intenzione di ammazzare. Se io ho intenzione di uccidere", ha detto ancora, "reitero i colpi e li indirizzo verso una parte vitale come il tronco e la testa e non sopra il gluteo". Per questo motivo l'avvocato ha sostenuto che non "si tratta di un omicidio premeditato volontario come chiesto dal pm ma di un omicidio preterintenzionale".

Tutti gli imputati e la famiglia della vittima in aula. In aula erano presenti tutti e cinque gli imputati: Massimo Ciarelli, Domenico Ciarelli, nipote di Massimo, e i cugini Luigi, Antonio e Angelo Ciarelli. Presente anche la famiglia di Rigante. Le forze dell’ordine si sono mobilitate per evitare che possano verificarsi scontri tra tifosi biancazzuri e rom.