Mercoledì, 18 Novembre 2015 Molise

La bacca che sfida il cancro scoperta in Molise

A Bagnoli del Trigno si produce un integratore alimentare a base di Prunus spinosa e Can

di Rossano Orlando

 

No, non chiamatelo mix “tossico” per le cellule tumorali: qui, in quello che è sempre stato il paese della biodiversità, quell’aggettivo stride perché siamo in uno degli ambienti tra i più incontaminati d’Europa. Meglio ricorrere al termine scientifico, anche se difficile ai più, di inibitore della proliferazione delle cellule tumorali in vitro. E non date dei daltonici ai residenti che al nome speranza stanno cambiando il colore ad esso associato: basta col verde, meglio il blu cobalto di queste bacche che, a costo zero, spuntano dal nulla ai lati delle strade e che per uno strano scherzo della natura mettono prima i fiori e poi le foglie. Fa strano anche questo ma a Bagnoli del Trigno, provincia di Isernia, è così.

Nella “Perla del Molise”, come la definiscono i cartelli stradali, ci sono settecento abitanti - 2.500 tassisti in attività a Roma sono di qui - 85 residenti occupati, 4 frantoi, una banca, le Poste, una farmacia: è qui che tra i rovi spunta quella pianta classificata col nome scientifico di Prunus spinosa L.. È qui che a ciò che si estrae dalla drupe blu cobalto viene associata una miscela di amminoacidi, vitamine e minerali capaci di aggredire ed eliminare tra il 70 e il 78% delle cellule cancerose nell'arco di 24 ore. È sempre qui che sulla base delle risultanze di una ricerca condotta dall’Istituto superiore di sanità (Iss), con l’estratto di questo arbusto combinato con un complesso attivatore nutraceutico (Can), si produce e distribuisce un integratore alimentare, il “Trigno M”, in grado di uccidere i tumori al polmone, al colon e alla cervice uterina.


Il centro storico di Bagnoli del Trigno (Daccò)Dallo scorso 5 ottobre, è cominciata la commercializzazione del “Trigno M” da parte della ditta che lo produce: la Biogroup, piccola e giovane azienda amministrata da Matteo Gambatesa e che ha la sede a Fonte Putto, sulla variante esterna del paese. Sia chiaro: il prodotto, per tipologia e caratteristiche, va usato come integrazione ad altre terapie tradizionali, come radio e chemioterapia, e non può rappresentare un’alternativa ad esse. Si presenta sotto forma di soluzione liquida contenuta in un flacone di vetro con tanto di cucchiaino dosatore. Se ne prende un cucchiaino alla sera. Il costo è di 24,30 euro a confezione per una cura di 20 giorni.

«Questo arbusto qui nasce spontanemente», dice Franco Rossi, dottore in Agraria, «in un ambiente incontaminato, ma lo stiamo coltivando anche come Biogroup». «Dopo due anni di ricerca condotta all’Istituto superiore di sanità dalla dottoressa Stefania Meschini, ricercatrice del Reparto di metodi ultrastrutturali per terapie innovative antitumorali, con relativa comunicazione scientifica degli esiti in due congressi internazionali», spiega il dottor Franco Mastrodonato, presidente della Società italiana di medicina biointegrata (Simeb), «e in seguito a ulteriori studi di conferma e ricerca della formulazione farmaceutica che risultasse la più efficace oltre che economicamente sostenibile, la Biogroup ha annunciato la distribuzione dell’integratore Trigno M».

 

Il Prunus spinosa qui si chiama “Trigno” da sempre, come il fiume che passa a poca distanza dal borgo e che più a valle divide l’Abruzzo dal Molise, ha principi attivi superiori di molto rispetto a drupe analoghe che crescono sull’Appennino. Da solo è un ottimo antiossidante. «Qui ci facciamo un liquore, il Trignolino», sottolinea il sindaco Angelo Camele, 74 anni, al quarto mandato come primo cittadino. «Quando ero piccolo, sentivo nonno che chiamava questa pianta “Trigno” e sosteneva che facesse bene alla salute. A quei tempi la mangiavano perché c’era la fame e serviva per riempire lo stomaco. Adesso questa bacca è diventata l’oro del Molise grazie alla Biogrup». «Gli studiin corso promettono sviluppi interessanti», sottolinea Giovanni Occhionero, chimico e tecnologo farmaceutico in prima linea nella ricerca condotta dalla Meschini, «grazie alla sicurezza di questo prodotto abbiamo l’occasione di utilizzarlo come integratore e di monitorare giorno per giorno i risultati anche in vivo. Sono previsti altri studi sperimentali che, se avranno esiti positivi, potrebbero portare alla realizzazione di un vero e proprio farmaco. Siamo all’inizio di un lungo percorso», precisa Occhionero, «ma questo primo risultato non è da trascurare. Ai pazienti raccomandiamo di non affidarsi al fai da te e di mettersi in contatto con medici esperti di terapie oncologiche biointegrate».

Il “Trigno M”, intanto, è stato sottoposto a brevetto, condiviso al 50% tra Istituto superiore di sanità e Biogroup, e presentato alla comunità scientifica internazionale all’Expo. Il 26 novembre sarà illustrato alla Camera in un convegno sull’oncologia biointegrata. «Ci sono contatti col manager Asl dell’Aquila, Giancarlo Silveri, per l’eventuale sperimentazione in vivo di questo integratore nell’ospedale San Salvatore», conclude il Mastrodonato.

Fonte "Il Centro"