Lunedì, 19 Giugno 2023 AbruzzoA Prati di Tivo continua la maledizione sulla cabinoviaAppena riaperta e stata nuovamente posta sotto sequestroProsegue la saga, e la maledizione degli impianti di risalita di Prati di Tivo, nel versante teramano del Gran Sasso, infrastruttura determinante sia per il turismo invernale che quello estivo. Riattivati tra l’entusiasmo sabato mattina, dal gestore Marco Finori, sono stati messi sotto sequestro, nell’incredulità generale, dopo poche ore, dalla Guardia di Finanza, su ordine del gip Marco Procaccini Sull’impianto incombe infatti una inchiesta giudiziaria sulle autorizzazioni per la manutenzione nel 2022, con cinque indagati tra cui Finori, con ipotesi di reato, l’attentato alla sicurezza dei trasporti e la falsità ideologica. Secondo l’accusa, a luglio 2022, Finori avrebbe fatto svolgere lavori di manutenzione agli impianti, prima che fosse nominato il direttore di esercizio. E sembrerebbe che la data di queste manutenzioni sia stata poi scritta a posteriori, riconducendola ai primi di giorni di agosto quando la nomina era stata fatta. L’avvocato di Finori, Gianni Falconi, impugnerà al tribunale del Riesame la decisione, per chiedere il dissequestro. E si sottolinea che le presunte mancate autorizzazioni sono relative al 2022, mentre ci sarebbero tutte, e in regola, quelle del 2023, che hanno consentito la riapertura degli impianti. La località turistica del Gran Sasso è da anni nella bufera giudiziaria in corso tra il gestore della cabinovia Finori e la proprietà degli impianti, la società Gran Sasso Teramano, in liquidazione, tra cause civili, ricorsi al Tar e denunce penali su chi debba acquisire il controllo definitivo del sistema di risalita della Madonnina. Il tribunale di Teramo a marzo ha accolto il ricorso di Finori, nominandolo custode per gestire gli impianti, in attesa del pronunciamento sulla regolarità del bando di vendita, anch’esso impugnato. E Finori ha dunque potuto riaprire intanto gli impianti. Poi però è scattato il sequestro, nell’ambito dell’inchiesta sulla manutenzione. Una doccia gelata, per gli alberghi, i turisti e i tanti operatori di una delle località più belle d’Italia, ai piedi del Corno Grande e Corno Piccolo. E che poche ora prima avevano festeggiato la riapertura tanto agognata dell’impianto. Scrive ad esempio il gestore del rifugio Franchetti del Gran Sasso d’Italia, Luca Mazzoleni, in un lungo post in Facebook. “Sono anni che questa situazione perdura e crea disagi e difficoltà, contribuendo alla crisi dei Prati di Tivo. Non è ruolo degli operatori di questa montagna porre fine a questa situazione e creare le condizioni per garantire che le grandi opere svolgano la funzione per la quale sono state pensate e costruite. Spero però che lo stesso imbarazzo che io provo oggi – insieme agli altri operatori, guide e cittadini tutti – sia condiviso dalla politica e dalle autorità e che possa agire come motore per mettere fine, rapidamente, a questa situazione di difficoltà”. Aggiunge il maestro di sci Giorgio De Luca, che è anche accompagnatore di media montagna. “Ai Prati si deve trovare la pace e la serenità presso tutti perché la località non merita questa fine”. Durissimo Gianmarco Giovannelli presidente regionale di Federalberghi che parla di “una vergogna sociale di livelli incredibili perché tutti hanno fatto orecchie da mercante e a nessun interessano i fallimenti aziendali e le perdite di esercizio registrate negli anni a causa di tutto questo disastro indotto la scelta scellerate o responsabili”. Laconico l’imprenditore del turismo, Antonio Riccioni: “io non commento cominciano a non avere più la forza…” |