Domenica, 9 Febbraio 2025 AbruzzoAbruzzo e sicurezza sul lavoro: 17 vittime nel 2024, la regione resta in zona giallaPer l'Osservatorio sicurezza sul lavoro e ambiente Vega Engineering di Mestre il settore delle costruzioni è il più colpitoIl 2024 si chiude con numeri allarmanti per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro in Italia: 1.090 morti sul lavoro da gennaio a dicembre 2024. Un incremento preoccupante rispetto all’anno precedente, con 49 decessi in più del 2023 (+4,7%). Particolarmente critico l’aumento degli incidenti in itinere e a crescere sono soprattutto gli infortuni mortali in itinere. A rilevarlo è l'Osservatorio sicurezza sul lavoro e ambiente Vega Engineering di Mestre, presieduto da Mauro Rossato. L’Abruzzo registra 17 morti sul lavoro nel 2024, un dato che lo colloca nella zona gialla della classificazione dell’Osservatorio. Pur non essendo tra le regioni con l’incidenza più alta, la situazione richiede attenzione. Il settore più colpito è, ancora una volta, quello delle costruzioni: le vittime sono 156. Un dato che emerge con forza riguarda la vulnerabilità dei lavoratori stranieri e degli anziani: gli stranieri continuano ad avere un rischio di morte quasi triplo rispetto agli italiani. A livello nazionale, 176 stranieri hanno perso la vita in occasione di lavoro, con un’incidenza di mortalità pari a 74,2 per milione di occupati, contro i 29,7 degli italiani. Anche in Abruzzo, questa categoria di lavoratori è particolarmente a rischio. L’età, poi, è un altro fattore critico: l’incidenza più elevata si registra nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (con incidenza di 138,3), seguita dalla fascia di lavoratori con età compresa tra i 55 e i 64 anni (con incidenza pari a 54,5). Questo riflette la pericolosità del lavoro per chi si avvicina all’età pensionabile. Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre, commenta così il quadro generale: "Cala il sipario sul 2024 e la tragedia delle morti sul lavoro è ancor più inquietante e drammatica dell’anno precedente. Perché in 12 mesi sono state 1.090 le vittime sul lavoro nel nostro Paese contro i 1.041 decessi di fine dicembre del 2023. Stiamo parlando dunque di 49 vite spezzate in più nel 2024 (+4,7%)". Rossato sottolinea inoltre la necessità di un’azione incisiva per contrastare il fenomeno: "Si tratta di dati sui quali è indispensabile riflettere per invertire la rotta, perché dietro a molte di queste morti ci sono probabilmente le infide ombre del precariato, lacune nell’organizzazione del lavoro nelle aziende e carenze nella formazione dei lavoratori". Dal punto di vista della zonizzazione, l’Abruzzo rimane in zona gialla, con un’incidenza infortunistica compresa tra il 75% dell’incidenza media nazionale e il valore medio nazionale. Le regioni in cui è più pericoloso lavorare sono Basilicata, Valle d’Aosta, Umbria, Trentino-Alto Adige, Campania, Sardegna e Sicilia. Al contrario, Veneto e Marche a fine 2024 sono le regioni più sicure, con le incidenze di mortalità più basse di tutta la penisola.
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